tecarterapia

Come si regola la potenza della tecar?

di | Aprile 13, 2021

In base a quale criterio il fisioterapista regola la potenza della tecar decidendo di aumentarla o di rimanere in atermia?

E poi ci sono patologie sulle quali è utile lavorare ad alte potenze e altre sulla quali meglio lavorare in microcircolo (bassa potenza)?

Nella foto un esempio di macchinario tecar da tecarterapia. Human Tecar HCR 701 per lavorare sia in capacitivo che resistivo sia a bassa che alta potenza

Queste domande sono alcuni dei dubbi che un fisioterapista può avere durante i primi trattamenti con una Tecar.

 Cercheremo di chiarirli in questo articolo!

Iniziamo a spiegare cosa intendiamo per lavoro in atermia a bassa potenza e cosa per vasodilatazione o lavoro ad alta potenza:

ATERMIA= non generare calore. Per non generare calore la tecar dev’essere impostata ad una bassa potenza. A bassa potenza si richiamano poche particelle (ioni) e queste, facendo poco attrito tra loro, generano poco calore. Non è vero che non si produce calore.

VASODILATAZIONE= generare calore. Per fare ciò, la potenza della Tecar deve essere medio-alta.  L’alta potenza richiama molti ioni che sbattendo tra loro (grazie all’attrito), generano calore e quindi si ha un effetto di vasodilatazione dei vasi sanguigni. Calore = dilatazione.

Ma quindi in base a cosa il fisioterapista decide come regolare la potenza della Tecar?

La potenza, più che in base alla patologia da trattare, va regolata in base a: 

  • Stato della patologia acuta o cronica. Acuta= bassissima potenza. Cronica=alta potenza per svegliare il metabolismo.
  • Tipo di tessuto da trattare. Minore è metabolico un tessuto, maggiore dovrà essere la potenza. Esempio un tendine a riposo ha un metabolismo più basso di un muscolo a riposo (a parità di numero di cellule prese in considerazione).
  • Profondità del tessuto da trattare. Più un tessuto è profondo, più bisognerà regolare la tecar su potenze elevate.

(Abbiamo già parlato in un altro articolo di quando è utile aumentare la potenza della tecar in relazione ad una patologia).

Useremo l’atermia in tutti quei casi in cui dovremo stimolare il microcircolo (circolo capillare), ecco i principali:

  • necessità di ridurre un edema
  • stato infiammatorio acuto anche in assenza di gonfiore, in cui dobbiamo drenare i cataboliti che stimolano i nocicettori
  • lesioni muscolari acute
  • deficit linfatico
  • post intervento chirurgico
  • fase finale di ogni trattamento, per dare leggerezza all’arto e drenare i cataboliti

La vasodilatazione, ottenibile con alta potenza della tecar, al contrario dell’atermia andrà a stimolare la circolazione venosa profonda e ad aumentare il flusso ematico.

Ecco i casi principali in cui il fisioterapista utilizzerà la tecar per la vasodilatazione:

  • Qualsiasi problematica di tipo cronico
  • Fase sub-acuta di una problematica, con la quale il paziente convive da diverso tempo con un dolore non eccessivo ma sempre costante. In questo caso almeno 3/4 minuti di vasodilatazione, associati ad un microcircolo iniziale e finale sarebbero ottimali per ottenere un ottimo risultato dal trattamento
  • Impringement di spalla, per rendere i tessuti e a loro volta i legamenti capsulari più elastici
  • Stati di asma (per stimolare la dilatazione di bronchi e bronchioli)
  • Pazienti in cui è necessario aumentare tono e trofismo di un muscolo, ma che faticano ad arrivare a un risultato soddisfacente tramite il solo potenziamento.

  Prendiamo questo ultimo caso come esempio. Se ci trovassimo ad avere a che fare con una impotenza funzionale di un arto, causata da scarsità di tono e trofismo della muscolatura dell’arto stesso.

In questo caso sarebbe ottimale dividere la seduta in tre parti:

  1. Tecarterapia in vasodilatazione con elettrodo capacitivo (visto che lavoriamo su un muscolo). In questa fase aumenteremo l’efflusso ematico, ricco di sostanze nutritive, nella muscolatura interessata. L’aumento di flusso ematico genera anche calore e riduzione degli attriti all’interno del muscolo stesso.
  2. Potenziamento muscolare in palestra, con l’arto ricco di sostanze nutritive e dagli attriti ridotti, ci troviamo nella condizione ottimale per dare stimoli positivi di potenziamento al muscolo che dobbiamo recuperare.
  3. Tecarterapia in microcircolo con manipolo capacitivo, sull’arto allenato in palestra in precedenza, per dare leggerezza al paziente e non farlo uscire dal nostro studio con l’arto affaticato e pesante.

Se mi hai seguito negli altri video avrai capito come, un elettromedicale semplice da utilizzare come la tecarterapia, in realtà riserva in sé un notevole numero di fattori che posso aumentare o diminuire l’effetto della Tecar e quindi il risultato. (Tecarterapia strategie operative in acuto e cronico).

Se vuoi ricevere più dettagli a riguardo di come regolare la potenza della tecar, o per prenotare una valutazione con un fisioterapista in uno dei miei Centri Kinesis Sport, puoi scrivermi da QUI
Dott. Fabio Marino

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