diaframma e postura

Come può il diaframma alterare la nostra postura

di | Aprile 27, 2021

Nell’articolo di oggi partiremo dall’analizzare il diaframma dal punto di vista anatomico, per riuscire poi a capire meglio come un suo scorretto funzionamento può portare a conseguenze negative per la nostra postura.

Il diaframma è il principale muscolo della respirazione che, in collaborazione con i muscoli intercostali esterni, permette di ottenere la respirazione addominale o diaframmatica.

Il diaframma è una lamina muscolo-tendinea che divide il torace dall’addome. È costituito da due porzioni:

  • la parte muscolare periferica.
  • una parte centrale tendinea (centro frenico).

Il diaframma s’inserisce:

  • anteriormente, con prolungamenti muscolari, sulla faccia posteriore dello sterno e sulla faccia interna delle ultime sei coste.
  • posteriormente con due voluminosi fasci fibrosi nella zona lombare: il pilastro destro s’inserisce sui dischi presenti tra L1-L2, L2-L3 e talvolta tra L3-L4, il pilastro sinistro, sul disco cartilagineo presente tra L1-L2 e a volte tra L2-L3.

In condizioni fisiologiche il diaframma è in rapporto con organi importanti e molto mobili:

  • la fascia superiore del diaframma si connette al pericardio tramite i legamenti freno-pericardici, a livello delle coste è a contatto col sacco pleurico polmonare.
  • inferiormente è connesso con lo stomaco, il fegato, la milza e il colon (angolo sinistro).
  • posteriormente si connette alle ghiandole surrenali, alle estremità superiori dei reni e al pancreas.

Meccanica della respirazione diaframmatica

Normalmente e a riposo compiamo circa 13/15 atti respiratori al minuto: mentre l’espirazione è passiva, la fase inspiratoria è attiva e prevede l’utilizzo della muscolatura inspiratoria.

Il diaframma è un muscolo involontario, ma la sua attività è anche modificabile volontariamente.

Durante l’inspirazione le sue fibre muscolari si contraggono e incrementano il volume polmonare grazie ad un aumento del diametro antero-posteriore, trasverso e longitudinale.

La discesa del centro frenico viene limitata dal sospensore del pericardio e dalla pressione dei visceri addominali. Nello stesso tempo il diaframma tira e spinge il cuore dal basso, favorendo la circolazione del sangue.

Quando la colonna vertebrale si allunga per effetto di una respirazione corretta, l’involucro fasciale del cuore si estende, contribuendo a mantenere in equilibrio la pressione esercitata dal corpo su questo organo. Una buona postura ed una sana respirazione sono quindi di grande aiuto per il cuore.

Diaframma: alterazioni rispetto alla sua fisiologica meccanica respiratoria

Il diaframma però può spesso funzionare male, con conseguenze sulla salute psico-fisica dell’uomo. Per esempio lo stress psichico o fisico conduce ad una respirazione errata, diminuisce l’attività del diaframma e cresce l’attività dei muscoli respiratori accessori.

I primi muscoli ad essere coinvolti sono:

  • i muscoli scaleni.
  • la coppia dei muscoli romboide.
  • il gran dentato.
  • il piccolo pettorale.

Man mano che l’inspirazione diviene più forzata saranno sempre più i muscoli interessati:

  • sternocleidomastoideo.
  • succlavio.
  • trapezio.
  • elevatore della scapola.
  • dentato anteriore.

Il risultato sarà una respirazione costale, accelerata, superficiale. Quindi ci si ritrova in una condizione di inspirazione quasi permanente, col diaframma fisso e retratto in posizione abbassata. Inoltre si utilizzeranno maggiormente i muscoli accessori che si ipertrofizzano e quindi si accorciano.

Diaframma e catene muscolari

Fondamentale nella respirazione è la catena antero-inferiore costituita:

  • dagli scaleni.
  • dal diaframma.
  • dall’ileo-psoas.
  • dalla fascia iliaca.

La sua retrazione trascina la testa in avanti, cifotizza il dorso (riducendo la qualità della respirazione) e può favorire la formazione della gobba del bisonte (deposizione di materiale di scarto tra la sesta – settima vertebra cervicale e la prima dorsale). Questo è dovuto ad un blocco vertebrale che diminuisce la vascolarizzazione con conseguente accumulo di collagene non drenato.

Con il tempo l’ipercifosi dorsale determina lo scivolamento in avanti delle scapole sulla gabbia toracica con successiva anteposizione delle spalle. Purtroppo, se questa alterazione si mantiene nel tempo, porta a sua volta ad una retrazione della catena anteriore del braccio costituita dai muscoli:

  • coraco-brachiale.
  • bicipite.
  • brachiale.
  • brachio-radiale.
  • lungo supinatore.
  • da tutti i flessori e pronatori dell’avambraccio compresi i muscoli dell’eminenza tenar e ipotenar.

Questa catena è molto soggetta a fenomeni di retrazione e l’accorciamento cronico determina una marcata anteposizione delle spalle, una flessione del gomito e una pronazione eccessiva dell’avambraccio alla quale si somma un’intrarotazione di tutto l’arto superiore. Proprio questa serie di eventi che si strutturano nel tempo può determinare varie patologie come:

  • l’artrosi di spalla.
  • una sindrome da conflitto sub-acromiale.
  • un’artrosi coxo-femorale causata dal fatto che un diaframma rigido limita anche le possibilità di movimento dello psoas che aumenta la sua forza di compressione per l’articolazione.

Un’altra importante catena muscolare direttamente influenzata dalla retrazione di uno o più muscoli inspiratori è la catena anteriore del collo o catena muscolare inspiratoria costituita:

  • dai muscoli piccolo e grande retto.
  • dal lungo del collo.
  • dal tendine centrale che collega il rachide cervicale al diaframma e all’asse viscerale.

Infatti questi muscoli della catena anteriore del collo, accorciandosi, aumentano le lordosi cervicale e lombare.

Diaframma e disfunzioni posturali

L’iperlordosi lombare si accompagna ad un’antiversione di bacino. Inoltre ci può essere anche una retrazione dei principali muscoli motori dell’antiversione:

  • i lombari.
  • retto femorale.
  • l’ileo psoas.
  • il tensore della fascia lata.
  • il sartorio.
  • piccolo e medio adduttore.

Se i muscoli retroversori di bacino come il retto dell’addome, ma soprattutto gli ischio-crurali, si trovano già in una condizione di retrazione, il conflitto di forze può portare allo sviluppo di patologie, come la sindrome retto adduttoria, tendiniti o, se il soggetto è un atleta, strappi muscolari durante l’attività fisica.

Di fatto, le disfunzioni posturali comportano anche sovraccarichi a livello articolare. In aggiunta a queste problematiche, lo stile di vita moderno e una scorretta alimentazione spiegano la grande diffusione di problemi muscolo-scheletrici come:

  • gonalgia.
  • coxalgia.
  • cefalea.
  • cervicalgia.
  • artrosi precoce.
  • osteoporosi precoce.

La salute passa dal diaframma

Il massaggio decontratturante, specie se in abbinamento con un adeguato esercizio fisico, rieducazione posturale e respiratoria e una corretta alimentazione, può essere un valido aiuto per le problematiche elencate. Infatti questi suggerimenti possono essere utili per migliorare la microcircolazione tissutale e ridurre i processi infiammatori.

Quando il corpo si trova in difficoltà, lo stato di sofferenza non si localizza solo a livello fisico, ma coinvolgerà anche la psiche, creando ulteriore stress. Infatti lo stress è mancanza di equilibrio e si rivela attraverso una relazione inadeguata dei segmenti corporei nello spazio. A tal proposito la maggior parte degli individui manifesta inconsciamente i propri disturbi assumendo posture goffe, irrigidendo o curvando la schiena. Proprio per questo, l’assenza di stress è percepita come uno stato di bilanciamento corporeo all’interno dell’azione del campo gravitazionale.

Anche se può essere difficile crederlo, è la gravità una delle principali cause dello stress fisico.

Un alleggerimento fondamentale dello stress fisico dipende dall’allineamento verticale dei centri di gravità di tutti i maggiori blocchi ponderali (testa – torace – pelvi). Infatti, quello che possiamo fare con il nostro intervento è:

  • alleggerire la spinta verso il basso.
  • diminuire l’effetto distruttivo della gravità.
  • ridurre la quantità di disorganizzazione del sistema.

Diaframma e salute

Uno sbilanciamento, anche se temporaneo, per esempio a causa di una distorsione di caviglia, permette alla gravità di imporre la sua forza compressiva verso il basso sugli elementi strutturali. Se la situazione continua oltre pochi giorni, le compensazioni si stabilizzano e le modificazioni penetrano a diversi livelli di profondità e in diverse aree. Quindi, un trauma temporaneo, se trascurato, può trasformarsi in una restrizione cronica e si rispecchierà in una funzione fisiologica inappropriata.

Fortunatamente questo processo è reversibile: un individuo ben bilanciato si sente leggero, come se stesse fluttuando sopra la terra, perché sperimenta il supporto gravitazionale che non lo trascina più verso il basso.

Proprio per questo solo un’attenta analisi globale della persona può darci informazioni utili alla risoluzione di una patologia di nostra competenza.

Infatti, basti pensare che l’analisi biomeccanica delle catene muscolari sopra esposta era partita da una semplice constatazione, ovvero dal fatto che uno stress psichico o fisico aveva diminuito la funzionalità dei muscoli inspiratori, alterato la meccanica respiratoria con conseguenti compensazioni a valle e a monte.

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