dolore alla mandibola

Dolore alla mandibola: le possibili cause

di | Aprile 13, 2021

Il dolore alla mandibola può rappresentare un sintomo sporadico o ricorrente, lieve o molto intenso. Può inoltre interessare soltanto una parte o tutto l’osso mandibolare; talvolta, il dolore può irradiarsi fino all’orecchio o localizzarsi in corrispondenza delle radici dentali dell’arcata inferiore, dei muscoli masticatori e/o dell’articolazione temporo-mandibolare.

Disfunzioni alla mandibola

L’articolazione tempora-mandibolare (ATM) collega la mandibola alle ossa temporali del cranio, permettendo il movimento della prima in avanti, indietro e lateralmente rispetto alle seconde.

Anche quando non stiamo masticando e abbiamo la bocca ferma e chiusa, la mandibola è comunque impegnata nel garantire la deglutizione e il suo ruolo è fondamentale nel parlare. L’articolazione tempora-mandibolare è pertanto piuttosto sollecitata.

I disturbi che la affliggono, raggruppati sotto l’espressione disfunzione temporo-mandibolare, sono la più frequente causa di dolore alla mandibola. La sintomatologia delle disfunzioni della articolazione tesoro mandibolare è composta da:

  • Tensione dei muscoli masticatori.
  • Dolore alla mandibola, che si estende all’orecchio e che può irradiarsi allo zigomo (peggiora con la masticazione).
  • Scatto articolare: in alcuni casi il paziente avverte una sorta di clic quando apre e chiude la bocca.
  • Scricchiolio articolare: il movimento della mandibola può essere accompagnato da scricchiolii.
  • Blocco articolare: l’articolazione può addirittura rimanere bloccata, costringendo il paziente a mantenere forzatamente la bocca aperta o chiusa.
  • Cefalea, dolori al collo.

Il fattore più associato a queste disfunzioni è lo stress, che porta il paziente a stringere la mandibola contro la mascella, mantenendo sempre attivi i muscoli masticatori. Questi, nel tempo, si accorciano, determinando la scomparsa dello spazio libero occlusale, ossia la distanza a riposo fra le due arcate a denti chiusi.

Il dolore alla mandibola si irradia a testa, collo, orecchio e schiena e peggiora con la masticazione. Spesso è anche presente il bruxismo. In attesa di individuare una causa precisa, è utile:

  • Evitare di parlare a lungo.
  • Applicare impacchi caldi intorno alla mandibola.
  • Eseguire esercizi di rilassamento muscolare.
  • Tenere le labbra chiuse mantenendo i denti distanziati.

Come abbiamo visto, l’articolazione temporo mandibolare svolge molte funzioni e le cause del dolore alla mandibola possono essere svariate. Andiamo ad esaminarle e a scoprire come poterle risolvere.

Trauma

Il dolore alla mandibola può essere associato ad un evento traumatico. I traumi più frequenti che colpiscono la mandibola sono dovuti all’attività sportiva o a incidenti stradali nei quali il paziente subisce il colpo di frusta.

Queste evenienze accidentali possono causare incoordinazione condilo-discale, responsabile del click che la mandibola fa durante apertura e chiusura della bocca. Il condilo è la porzione terminale dell’osso della mandibola, che si inserisce nella struttura concava dell’osso temporale.

Fra le due strutture ossee è presente un disco, che facilita i movimenti articolari proteggendo le ossa dall’attrito provocato dal movimento reciproco. Quando il disco si sposta a causa del trauma, il riposizionamento del condilo al suo interno è ostacolato e produce uno scatto rumoroso.

Successivamente ad un trauma mandibolare, il medico interviene con una terapia ad approccio multiplo:

  • Farmacologico. Il medico prescrive antinfiammatori e miorilassanti, che riducono l’infiammazione locale e allentano la muscolatura contratta, attenuando il dolore.
  • Bite. È una placca in resina che il paziente deve indossare giorno e notte per qualche mese e rimuovere solo durante i pasti, che riposiziona la mandibola. Ti consiglio di prenderne uno decente. Meglio spendere qualche decina di euro in più, ma avere in bocca un prodotto di qualità. Ti consiglio quello della DR BRUX che puoi vedere da qui.

Lussazione

La lussazione dell’articolazione temporo-mandibolare può verificarsi quando il paziente sbadiglia spalancando completamente la bocca e blocca l’articolazione in modo tale che il condilo della mandibola non possa più inserirsi completamente nello spazio corrispondente dell’osso temporale.

Si verifica più frequentemente nelle persone che hanno i legamenti più lassi, condizione che rende la mandibola più mobile del normale. La lussazione temporo-mandibolare provoca una contrazione intensa della muscolatura masticatoria, responsabile di dolore intenso all’orecchio, alla mandibola e allo zigomo.

Il dolore, insieme al blocco dell’articolazione stessa, costringe a recarsi urgentemente al Pronto Soccorso. Qui il medico esegue la manovra di sblocco, durante la quale riposiziona le componenti articolari come da fisiologia.

Dopo avere risolto la lussazione, è tuttavia necessario che il paziente esegua esercizi di irrobustimento dei legamenti, in maniera da prevenire un secondo episodio.

Problemi dentali

Alcuni disturbi che colpiscono i denti o le strutture gengivali possono causare dolore alla mandibola che si accentua con la masticazione e può estendersi all’orecchio.

Ascessi dentali

Un ascesso dentale si forma quando un’infezione colpisce la polpa o il nervo del dente. Intorno al dente, fra la gengiva, l’osso e la polpa dentale si accumula pus. Questo fenomeno provoca il rigonfiamento della gengiva.

In attesa dell’appuntamento dal dentista, è consigliabile evitare di assumere farmaci senza averlo sentito. È invece utile applicare impacchi di ghiaccio o effettuare sciacqui con acqua e sale. Una buona prevenzione, che consiste nella pulizia regolare dei denti e nel controllo semestrale dal dentista, minimizza il rischio di ascesso dentale.

Bruxismo

Il bruxismo è l’abitudine di digrignare i denti involontariamente, costringendo i muscoli della masticazione ad uno sforzo. Si tratta infatti di muscoli fisiologicamente equipaggiati per mantenere la contrazione solo durante la masticazione contestuale ai pasti.

Il bruxismo può manifestarsi come serramento e digrignamento dei denti oppure con una forma più subdola, nella quale la mandibola si blocca in una posizione che non coincide con quella dell’occlusione dentale. Normalmente il bruxismo viene diagnosticato sulla base dell’osservazione, nel corso della visita dentistica, dell’assottigliamento dei denti posteriori del paziente.

Esistono anche altri segni caratteristici che orientano la diagnosi. La maggior parte dei pazienti emette rumore durante la notte e si sveglia la mattina con un indolenzimento della mandibola e dell’articolazione temporo-mandibolare. Frequenti anche gli episodi di cefalea muscolo-tensiva.

Le cause del bruxismo comprendono fattori neurologici e psicologici e uno stile di vita poco equilibrato, ad esempio l’eccessiva ingestione di alcol e caffè. La psicanalisi cognitivo-comportamentale può rivelarsi utile per combattere il disturbo. Talvolta la gravità della sintomatologia costringe il medico alla prescrizione di psicofarmaci, che tuttavia non sempre sono efficaci nel miglioramento.

La terapia è rappresentata dall’applicazione di un bite, che permette alla bocca di chiudersi correttamente, mantenendo i corretti spazi di occlusione. Ti consiglio quello della DR BRUX.

Gengivite

La gengivite è un’infiammazione delle gengive, generalmente il primo segno di un disturbo gengivale che, a questo stadio, può essere curato con successo.

Oltre al fastidio e al dolore gengivale e mandibolare o mascellare, si possono manifestare sanguinamento gengivale e regressione della gengiva. È importante ricorrere al consulto dentistico il prima possibile, per proteggere l’integrità della gengiva e dei denti.

La gengivite è causata dall’azione della placca batterica, ossia dall’insieme dei batteri che colonizzano il cavo orale, in associazione con altri fattori scatenanti:

  • Terapie con farmaci specifici.
  • Gravidanza: il 60-70% delle donne in gravidanza è colpito da gengivite; le gengive ospitano recettori per il progesterone (l’ormone prodotto durante la gestazione), che determina variazioni nella flora batterica del cavo orale e aumentata risposta alla placca batterica.
  • Predisposizione genetica.

Parodontite

La parodontite è una malattia infiammatoria cronica delle gengive che deriva da un’infezione e che, in assenza di trattamento specifico, porta alla mobilità e alla conseguente perdita del dente.

La parodontite colpisce la struttura di supporto del dente, che lo tiene in posizione, saldamente innestato nella gengiva, indebolendola. Si formano così delle tasche gengivali nei quali proliferano batteri più aggressivi di quelli normalmente presenti nel cavo orale. In risposta, il sistema immunitario rilascia sostanza responsabili dell’infiammazione, che danneggiano il parodonto.

Nei casi in cui si sviluppino ascessi, i sintomi principali sono rappresentati da gonfiore e dolore alla gengiva e alla mandibola, che si estende anche alla guancia e all’orecchio.

Anche alcune terapie con farmaci specifici possono predisporre allo sviluppo della parodontite.

Otite

L’otite è l’infiammazione dei condotti auricolari. Le cause dell’otite sono:

  • Sbalzi di temperatura e colpi d’aria: possono causare stati di raffreddamento, condizione che può portare all’insorgenza dell’otite.
  • Nuoto in acque contaminate: le otiti ricorrenti che colpiscono i nuotatori vengono definite orecchio del nuotatore. In questi casi è consigliabile proteggersi utilizzando gli appositi tappi e asciugare bene le orecchie, perché il ristagno di acqua può portare alla comparsa di infezioni.
  • Chiusura nasale: la pressione esercitata sul timpano può irritarlo e determinare l’insorgenza dell’otite anche in assenza di un’infezione.
  • Cause baro-traumatiche: l’improvvisa differenza di pressione, come quella che si verifica nel corso dei viaggi aerei, soprattutto nel bambino, può non essere adeguatamente compensata; questo può causare l’otite.
  • Traumi: uno schiaffo o lo schiocco troppo violento di un bacio.

Esistono due tipologie di otite:

  • otite esterna: è l’infiammazione dell’orecchio esterno, che va dal padiglione auricolare al timpano, e causa fastidio, prurito e dolore (otalgia), che si può estendere anche alla mandibola e alla mascella. L’otite esterna può essere causata dall’utilizzo dei bastoncini ovattati per la pulizia dell’orecchio, che possono provocare traumi.
  • otite media: è l’infiammazione dell’orecchio medio (la cavità timpanica, che contiene la catena degli ossicini), tipica dell’infanzia perché i bambini hanno una tromba d’Eustachio più breve degli adulti e convogliano più facilmente i germi verso le strutture interne dell’orecchio.

Calcolosi salivare

La calcolosi salivare è causata dall’ostruzione dei dotti salivari a causa della precipitazione di calcoli a base di sali del calcio.

Questa patologia si manifesta principalmente nei pazienti malati, nei quali è presente stasi salivare, condizione che favorisce la precipitazione dei sali contenuti nella saliva. I sintomi sono rappresentati dal dolore, che peggiora quando si mastica, e dalla tumefazione locale.

I calcoli persistenti aumentano il rischio di infezione delle ghiandole salivari, che ne rappresenta una possibile complicanza. Il trattamento consiste nella somministrazione di sostanze che facilitano la liberazione dei dotti salivari e nel massaggio locale. In alcuni casi si effettua la rimozione chirurgica dei calcoli. Il medico prescrive al paziente analgesici in caso di dolore. In tutti i casi è consigliata una corretta idratazione.

Nevralgia del trigemino

L’infiammazione del nervo trigemino causa la comparsa di un dolore molto intenso, improvviso, lancinante e che impatta sulla qualità della vita dei pazienti. La nevralgia del trigemino comporta un dolore particolarmente acuto al volto, alla mandibola, alla mascella, alla fronte, all’orecchio e all’occhio. Dai pazienti viene descritta come una scossa elettrica che attraversa le ossa del cranio.

Le cause possono essere di diverso tipo. La più frequente è la compressione delle radici del nervo da parte di un vaso sanguigno o un tumore. Non tutte le persone che hanno le radici del trigemino compresse sviluppano la nevralgia e non è chiaro perché e quando la compressione scateni il sintomo.

La terapia di questa patologia si basa sulla somministrazione della carbamazepina, un antiepilettico. Ma in alcuni casi particolarmente intensi e frequenti e resistenti al farmaco, può rendersi necessario l’intervento chirurgico di resezione delle fibre responsabili del dolore.

Sinusite

La sinusite è l’infiammazione della mucosa che riveste internamente i seni paranasali dovuta a cause microbiologiche o a reazioni allergiche.

Il dolore alla mandibola può essere causato dalla sinusite frontale. I fattori di rischio della sinusite sono costituiti dalla deviazione del setto nasale, che impedisce la corretta ventilazione dei seni, e dalla poliposi nasale ed esposizione all’inalazione di sostanze nocive. Il sospetto di sinusite sorge in concomitanza di:

  • Un raffreddore che si protrae da almeno 10-15 giorni.
  • Gonfiore nella zona centrale del viso, attorno agli occhi e al naso.
  • Dolore alla mandibola e alla mascella.
  • Tosse o febbre (non sempre presenti).

La sinusite viene frequentemente trascurata, curata male e in maniera incompleta. In questi casi, può cronicizzare.
La terapia delle forme acute si basa sull’assunzione di antibiotici e/o cortisonici da assumere per bocca, associati, quando necessario, a mucolitici, antinfiammatori e vasocostrittori. La prevenzione delle ricadute si può realizzare con:

  • Lavaggi nasali frequenti con soluzione fisiologica (Ti consigli quelle della LIBENAR. Da QUI vuoi vederle e ordinarle su Amazon, ti arrivano subito).
  • Cure termali: l’inalazione di acque sulfuree e salsobromoiodiche porta ad una remissione della sintomatologia e alla detersione delle cavità nasali.
  • Antistaminici: nei soggetti allergici.
  • Acqua di Sirmione: senza controindicazioni, puoi usarla più volte al giorno e gli effetti sono pressoché immediati. Puoi ordinarla da qui.

Nelle forme croniche gli stessi farmaci vengono utilizzati per via inalatoria.

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Dott. Fabio Marino

Diagnosi dei disordini cranio-mandibolari