fisioterapia per bambini

Fisioterapia per bambini: il giusto approccio

di | Aprile 13, 2021

La fisioterapia per bambini è un insieme di tecniche adattate per la cura del movimento in età pediatrica.

Si differenzia dalla terapia utilizzata per l’età adulta per molti aspetti che la rendono peculiare nella modalità di esecuzione, ma simile negli obiettivi.

Infatti gli obiettivi della riabilitazione dei bambini sono quelli proprio della fisioterapia:

  • la diminuzione del dolore laddove presente
  • il ripristino delle funzioni deficitarie
  • l’aumento della consapevolezza del corpo
  • la rieducazione posturale in casi di disturbi della postura
  • la stimolazione delle attività motorie e del piacere del movimento

La fisioterapia per bambini si differenzia da quella utilizzata per gli adulti per le modalità di proposta terapeutica che non possono e non devono essere le stesse.

Cerchiamo di comprende meglio quindi alcuni aspetti fondamentali da considerare nella riabilitazione pediatrica.

Chi è il bambino?

Una prima considerazione da fare è che:

I bambini non sono dei “miniadulti”.

Hanno bisogno di attenzioni diverse. Le proposte che vengono fatte devono essere adeguate all’età, alla condizione di base, alle difficoltà, al contesto familiare e a molto altro.

Per impostare un trattamento è necessario prendere in considerazione alcuni aspetti peculiari.

  • la relazione
  • lo spazio terapeutico
  • il piacere sensomotorio
  • i tempi della seduta
  • il gioco
  • la famiglia

Il terapista deve adattare le proprie competenze e abilità sul singolo bambino e sul momento della terapia. La strutturazione del tempo della terapia necessita di essere più flessibile anche se deve tenere ben presenti quali che sono gli obiettivi terapeutici.

Addentriamoci su ognuno di questi aspetti per comprenderne meglio la importanza.

La relazione

Se possiamo trattare una persona adulta anche in condizioni nelle quali non c’è affinità personale, così da privilegiare in maniera quasi esclusiva le competenze tecniche e operative, questo è assolutamente impossibile farlo con un bambino.

Uno degli errori che non bisogna in nessun modo commettere è far si che il bambino venga ai trattamenti contro voglia.

È il modo migliore perché il piccolo paziente abbandoni la terapia in breve tempo e non abbia la possibilità di affrontare il suo problema con personale professionista. La relazione è il veicolo attraverso cui si possono effettuare dei progetti anche a lungo termine.

La strutturazione della relazione non è immediata.

Magari in alcuni casi può esserlo perché condizioni del paziente e dell’operatore trovano una immediata sintonia. In altri casi ha la necessità di essere costruita e rinforzata. È il solo modo di pensare di trattare un paziente in età pediatrica.

La relazione deve portare a una fiducia reciproca tale per cui il paziente si senta nella possibilità di rendere partecipe il terapista delle sue necessità, delle sue parti deboli e poter lavorare con lui in modo costruttivo.

Questa fase ha bisogno di essere ben costruita.

In questo modo il bambino troverà nel terapista un alleato e con lui potrà sopportare di fare delle manovre anche dolorose. Questo avviene solo se le modalità sono capite, condivise e vissute in alleanza con il terapista.

Abbiamo parlato di questo aspetto come prima cosa e ci siamo soffermati molto perché lo reputiamo fondamentale per impostare i primi incontri e il proseguimento delle sedute.

Lo spazio della terapia

La fisioterapia per bambini necessita della strutturazione di uno spazio adeguato alla loro età.

Ci possono essere degli spazi dedicati in modo esclusivo dove all’interno sono presenti attrezzature adatte alle età. La presenza di oggetti colorati e di tappeti morbidi con tavolini alla loro altezza e sedie di misura portano subito il bambino a capire e sentire che quell’ambiente è confortevole, adatto e pensato per lui.

Il piacere sensomotorio

La fisioterapia per bambini si occupa ovviamente del movimento, ma l‘esercizio proposto non può però prescindere dal piacere che il bambino prova facendolo.

È chiaro che questa è una indicazione di massiva e va adattata alla persona e all’età. I bambini sanno che non vengono in terapia per divertirsi, e sono in grado di fare esercizi anche molto impegnativi.

Cerchiamo comunque di alternare momenti di lavoro con altri di defaticamento e piacere sensomotorio.

Il gioco

Anche in questo ambito è necessario fare delle precisazioni. Non si viene in terapia per giocare, ma per fare un lavoro preciso in base alle necessità del bambino. In relazione all’età però bisogna adattare l’esercizio ai tempi di attenzione e alle possibilità di esecuzione effettiva del bambino.

Il contesto ludico deve essere strutturato in base alle esigenze funzionali sulle quali è necessario lavorare.

Più il bambino diventa grande meno è necessario trasformare l’esercizio in un gioco.

La famiglia

Uno degli aspetti fondamentali da considerare, inoltre, è la famiglia.

La costante collaborazione con il nucleo familiare, la concordanza sugli obiettivi e sulle modalità, la condivisione degli esiti e dell’andamento delle terapie sono fondamentali. La risorsa data dalla famiglia nel sostegno e nella collaborazione al piano di trattamento assume una importanza pari allo stesso trattamento fisioterapico specifico.

Come impostare i primi incontri?

Se dunque con un adulo si può partire dalla prima seduta con la raccolta dati e con il trattamento in modo diretto, con il bambino la procedura  può essere molto diversa.

La prima cosa da fare è permettere al bambino di ambientarsi.

Dobbiamo ripercorrere le nostre esperienze di quando eravamo piccoli. La stessa paura che avevamo nell’entrare nella stanza del medico per farci visitare ce l’hanno i nostri figli.

La fisioterapia a differenza della visita medica, di solito, ha necessità di tempi più lunghi. A seconda del paziente e della tipologia della patologia da trattare i trattamenti possono durare anche per lungo tempo.

Il bambino deve sentirsi a suo agio e venire  volentieri. Il consiglio è di utilizzare le prime sedute per far ambientare il bambino.

NON È TEMPO PERSO.

Non significa farlo girare in modo caotico all’interno dello studio e permettergli di mettere in subbuglio tutto. Si tratta di dare il giusto equilibrio tra contenimento e ambientamento del bimbo.

Come impostare la seduta

I tempi della seduta sono importanti.

Alcuni bambini hanno bisogno di struttura. Devono sapere cosa andranno a fare in che modo lo faranno, quanto tempo si impiegherà e altre cose. Per altri non è necessario essere troppo schematici e si può gestire il tempo in modo più versatile.

In ogni caso, è bene organizzare la seduta con un momento iniziale d’inserimento per poi gradatamente passare alla fase centrale dove l’impegno richiesto è più mirato e specifico, per finire con una parte finale maggiormente rilassante e ludica.

Magari al termine della seduta è anche solo sufficiente proporre un esercizio che al bambino riesca bene in modo che abbia la sensazione di avere avuto successo. Sarà un’ottima conclusione dell’incontro che prepara già quello successivo.

TIPO DI PAZIENTI

I pazienti che accedono a un servizio di fisioterapia per bambini hanno diverse esigenze in base alla patologia.

Non si possono prendere in considerazione tutti i casi possibili.

In linea di massima, però, possiamo dividere i pazienti in base alle esigenze di tipo:

  • NEUROLOGICO
  • NEUROMUSCOLARE
  • ORTOPEDICO
  • FUNZIONALE (SCOLIOSI, DOLORI…)

Della fisioterapia per pazienti di tipo neurologico e neuromuscolare ci occupiamo in una sezione a parte per la complessità e la specificità dell’intervento fisioterapico.

A questo spazio invece dedichiamo attenzione ai piccoli pazienti affetti da patologie di tipo ortopedico e funzionale.

Prima di addentarci nello specifico  della fisioterapia per bambini e prendere in considerazione le necessità e gli strumenti operativi del fisioterapista illustriamo alcuni concetti base da tenere presente quando trattiamo un paziente in età evolutiva.

CONCETTI BASE

  • LA PLASTICITA NEURONALE
  • LO SCHEMA CORPOREO
  • LA PROPRIOCETTIVITA
  • L’INTEGRAZIONE SENSORIALE

LA PLASTICITÁ

Primo fra tutti è il concetto di plasticità neuronale.

Il sistema nervoso in età evolutiva è particolarmente modificabile dalle proposte terapeutiche che vengono effettuate. Ha un capacità di adattamento e di apprendimento molto superiore rispetto a quella presente nell’età adulta.

Questo aspetto gioca a favore della fisioterapia per bambini perché rende più alta la possibilità di essere efficaci se si riesce a catturare il bambino all’interno di una alleanza terapeutica.

LO SCHEMA CORPOREO

Lo schema corporeo è un concetto che riveste una particolare importanza in ambito pediatrico.

Possiamo definirlo, in modo semplice, come l’idea che ciascuno di noi ha della propria immagine corporea. È una immagine interna, una rappresentazione cognitiva della forma, della composizione e della dimensione del corpo che ognuno ha di sé.

Nei bambini questo concetto si può facilmente vedere quando chiediamo loro di disegnare la loro immagine o quella di un genitore.

Questo tipo di rappresentazione è l’immagine che il bambino ha di sé.

Si forma con il tempo fino alla completa maturazione in età adulta.

Lo schema corporeo è di fondamentale importanza per avere una idea di sé in rapporto con il mondo esterno e per sapere muoversi all’interno della realtà.

È un concetto che si sviluppa specialmente con l’esperienza corporea attraverso la quale il bambino struttura la sua immagine e sperimenta le sua potenzialità.

È un’acquisizione che la fisioterapia per bambini può stimolare attraverso gli esercizi e la percezione corporea.

LA PROPRIOCETTIVITA

La propriocettività è la consapevolezza del corpo e della sua posizione nello spazio senza che questa sia aiutata dalla vista.

È una capacità sensoriale che ci permette di raffinare il movimento, di controllare il corpo nelle sue parti per permettere la differenziazione della funzione motoria. 

Se pensiamo alla ballerina che danza, oppure all’atleta che pratica un’arte marziale, ad esempio, possiamo renderci conto della consapevolezza con cui vengono eseguiti i movimenti.

Pur essendo due pratiche estremamente diverse tra loro ciò che le accomuna è la precisa consapevolezza e controllo che si ha nella loro esecuzione.

Questa abilità è dovuta alla nostra capacità propriocettiva.

Nel bambino anche questo aspetto può avere necessità di essere incrementato ed esercitato al fine di risolvere un problema o integrare una parte del corpo che, in quel momento, ha un difficoltà motoria o sensitiva.

INTEGRAZIONE SENSORIALE

Tutti gli stimoli che vengono proposti, soprattutto in età evolutiva devono essere integrati e in un contesto affettivo, relazionale e di sviluppo psicomotorio.

Non esistono degli stimoli che possano essere isolati. Possono esserci dei particolari aspetti che necessitano di una attenzione maggiore e sui quali si deve lavorare in modo specifico, ma non si devono considerare separati dal CONTESTO e dalla GLOBALITA.

La capacità di legare, raggruppare, dare significati diversi e sempre più ampi agli stimoli che si ricevono è parte della possibilità di conoscere il mondo, il nostro corpo, le nostre abilità e potenzialità.

Il corpo non è escluso da questo processo. Anzi per i bambini il corpo è il veicolo principale attraverso cui si strutturano le conoscenze del mondo esterno e di sé.

La fisioterapia per bambini adotta, all’interno dei suoi strumenti operativi, i concetti di cui abbiamo parlato in modo da rendere l’esperienza corporea globale, completa e ricca.

Quali pazienti trattare

Tra le varie tipologie di pazienti pediatrici che la fisioterapia per bambini affronta in un ambito ambulatoriale ne distinguiamo diversi tipi. Dobbiamo generalizzare per poter rendere l’idea delle peculiarità d’intervento tipiche della riabilitazione pediatrica.

Prendiamo in considerazioni quindi alcuni ambiti dove la fisioterapia per bambini offre il suo contributo.

Il paziente ortopedico

Anche i bambini possono farsi male e riportare conseguenze: dalla limitazione della mobilità successiva a un trauma, alla semplice slogatura o trauma contusivo, fino ad arrivare alla frattura o al politrauma.

Questi casi sono sempre da trattare in stretta collaborazione con il medico ortopedico oppure il fisiatra.

La fisioterapia in questi casi offre la possibilità principale di riabilitazione motoria.

La mobilizzazione passiva è una delle tecniche che si usano maggiormente nei pazienti pediatrici. L’impostazione del trattamento deve prevedere una grande versatilità di proposte e fare in modo che aspetti di tipo motorio articolare, sensoriale, e propriocettivo vengano coinvolti insieme.

A tale proposito si possono usare tutti i presidi e gli strumenti propri della fisioterapia in modo da recuperare la mobilità, la sensibilità e il controllo motorio.

Gli esercizi vengono proposti in forma di gioco con finalità rieducative che il terapista deve avere bene in mente.

La iniziale proposta di mobilizzazione spesso poi diventa più complessa. Si sfrutta allora la collaborazione del bambino per integrare tutti gli stimoli di cui abbiamo parlato precedentemente. 

Un’altra tecnica che può essere utilizzata in età pediatrica è la applicazione del taping neuro muscolare. Si tratta di nastri adesivi colorati che hanno la funzione di riattivare la circolazione di una parte del corpo con deficit di mobilità attraverso la stimolazione della cute e il relativo incremento della perfusione del sangue nella zona di applicazione.

Il taping neuro muscolare si può adottare anche nella fisioterapia per bambini

In casi in cui una immobilizzazione sia perdurata a lungo e abbia residuato un deficit di mobilità, una rigidità articolare con un’insufficienza muscolare, o un edema per rallentamento della circolazione, il taping neuromusolare è di grande aiuto.

Oltre a riattivare la circolazione permette alle strutture recettoriali sottostanti la zona trattata di funzionare meglio e di regolarizzare i segnali sensitivi che vengono inviati al cervello.

La particolarità di questi bendaggi è che svolgono la loro funzione attraverso la modalità della loro applicazione e senza l’uso di farmaci. È attraverso il movimento spontaneo del bambino che svolgono il loro effetto terapeutico.

I bambini sono di solito molto contenti di farsi applicare delle strisce colorate sulla pelle e, tramite l’educazione della famiglia e l’utilizzo di piccoli e semplici accorgimenti e attenzioni, si possono ottenere risultati efficaci in breve tempo e senza alcun dolore.

Il rinforzo muscolare viene fatto attraverso delle attività che stimolano il reclutamento attivo della muscolatura deficitaria in modo da trovare modalità adatte al bambino.

Ricordiamo che la versatilità della terapia e il costante adattamento al bambino sono gli aspetti che rendono possibile la continuazione delle proposte nel tempo e che ottengono i risultati migliori di collaborazione e rendimento.

Il paziente funzionale

Il paziente che per semplicità ora definiamo funzionale è quel bambino che, nonostante non abbia subito dei traumi e non si affetto da malattie particolari neurologiche o neuromuscolari, riporta una sindrome dolorosa o un problema posturale.

Anche in questo ambito la fisioterapia per bambini deve confrontarsi costantemente con il medico fisiatra per fare in modo di trovare la diagnosi e la causa del dolore o del disequilibrio della postura.

Gli ambiti d’intervento della fisioterapia sono in questo ambito molto specifici.

La rieducazione posturale globale, e il metodo Mezieres sono tra i sistemi d’intervento in ambito posturale più utilizzati e conosciuti.

Si tratta di metodi specifici della fisioterapia per bambini, ma anche per adulti.

Viene effettuata una fase iniziale di osservazione della postura, cioè della posizione del corpo nello spazio in stazione eretta. A seguire vi è una valutazione dei movimenti e delle tensioni muscolari, sia in posizione statica che durante il movimento.

Dopo la iniziale raccolta dati ha inizio la fase di trattamento specifico attraverso degli esercizi mirati e guidati in relazione agli squilibri riscontrati.

Sono esercizi molto specifici e personalizzati che vanno proposti e seguiti nel tempo da personale espressamente formato nell’ambito rieducativo posturale. Si avvalgono di posizioni mantenute con aiuto e ausilio della respirazione.

La complessità dello svolgimento della seduta dipende dalle problematiche e dalla evoluzione del bambino e varia in modo anche sostanziale da un paziente a un altro.

Si possono poi anche proporre delle terapie di gruppo se si riescono a trovare alcuni bambini che hanno caratteristiche omogenee tali da poterli trattare insieme.

È una possibilità che può anche essere sfruttata in alcuni momenti in cui viene un po’ a mancare la tolleranza delle terapie. È importante considerare questa opportunità anche nei casi è necessario affrontare lunghi periodi di riabilitazione.

Anche in questo ambito si può utilizzare il taping neuromuscolare per facilitare una correzione della postura attraverso degli stimoli continui e mirati.

La fisioterapia per bambini non è semplice da effettuare. L’evoluzione del bambino è molto personale e dipende da vari fattori.

Vanno presi in considerazione per tutta la durata della terapia, in collaborazione con il medico e con la famiglia, in un continuo adattamento delle modalità e degli obiettivi in base alla modificazione della situazione funzionale ed evolutiva.

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Dott. Fabio Marino