FISIOTERAPIA PER ERNIA CERVICALE - Fabio Marino

FISIOTERAPIA PER ERNIA CERVICALE – Fabio Marino

di | Aprile 13, 2021

Quale fisioterapia in caso di ernia cervicale?

Con questo articolo sono qui per fornirti chiarimenti, proprio alle domande che ti stai ponendo, sull’ernia cervicale e sulla fisioterapia ad essa correlata!

Ecco l’elenco del materiale che andremo a trattare:

In particolare, si parla di …

    Quale fisioterapia per l’ernia cervicale 

  • Cos’è l’ernia cervicale
  • Cenni di anatomia e biomeccanica
  • Tipi di ernie
  • Quali sono le cause
  • Prevenzione
  • Sintomi ed ernie asintomatiche
  • Come si può diagnosticare tale patologia?
  • Cura
  • Vediamo ora 3 semplici esercizi di fisioterapia per ernia cervicale
  • Conclusioni

In fondo all’articolo trovi lo spazio commenti. Quindi, se ti è stato utile l’articolo, se hai domande o vuoi raccontare la tua esperienza, sentiti libero di farlo.

Cos’è l’ernia cervicale?

L’ernia del disco cervicale è una patologia benigna dei dischi intervertebrali. E’ provocata dallo schiacciamento dei dischi intervertebrali dell’area del collo e della nuca. In genere è causata da sovraccarico o trauma.

Consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo dall’anello fibroso. Ed avviene a causa di una lesione di quest’ultimo.

L’anello fibroso del disco è formato principalmente da fibre di collagene; queste fibre si strappano se sottoposte a un carico prolungato.

La protrusione è la forma iniziale dell’ernia. Il disco sporge nel canale vertebrale.

Nell’ernia discale invece, l’anello fibroso si rompe. Proprio a causa della spinta del nucleo polposo, che fuoriesce.

Il materiale erniato, causa una irritazione o una vera e propria compressione, sulle radici nervose.

Questo determina una situazione, a volte, parecchio invalidante per la comparsa di dolore e disturbi neurologici.

E, di conseguenza, vi è la necessità di riposo ed astensione dal lavoro. Anche prolungata! Ma, soprattutto, vi è la necessità di essere seguiti con una buona fisioterapia per ernia cervicale.

Cenni di anatomia e biomeccanica

La colonna vertebrale, detta anche rachide, è costituita da una serie coordinata di segmenti: le vertebre.

Le vertebre sono 33-34. E sono separate dai dischi intervertebrali.  Funzionalmente costituiscono un’unica struttura. Essa è in grado di assicurare, in opposizione alla gravità, sia la stazione eretta sia l’equilibrio, tra forza e resistenze. Questo è necessario per la locomozione e per ogni altra forma di funzione cinetica.

Anatomicamente la colonna vertebrale è costituita da 5 segmenti:

  • Cervicale: costituito da 7 vertebre (C1 – C7)
  • Dorsale o toracico: composto da 12 vertebre (da D1 a D12)
  • Lombare: formato da 5 vertebre (L1 – L5)
  • Sacrale: costituito dalla fusione di 5 vertebre a formare un’unica struttura (S1-S5). Il sacro fa da sostegno ai segmenti vertebrali sovrastanti, permettendo loro i movimenti nello spazio.
  • Occigeo: formato da 4-5 vertebre fuse (C1 – C5)

Il rachide ha 3 curve principali: cervicale, dorsale e lombare. E 2 secondarie: occipitale e sacrale.

Questo gli permette di distribuire il carico, omogeneamente, su tutti i corpi vertebrali. Anche grazie ai tiranti: muscoli e legamenti. Se la struttura fosse lineare il peso graverebbe solo sulla base.

Appiattire le curve del rachide equivale a dimezzare la sua capacità di carico.

Infatti, da seduti la resistenza della colonna diminuisce. Questo perché la retroversione del bacino, con inversione del tratto lombare, determina una curva in meno.

Struttura della colonna vertebrale

Tra le vertebre sono interposti i dischi intervertebrali. Sono formati da un anello esterno fibrocartilagineo (anello fibroso) e da un centro meno denso (nucleo polposo).

Il nucleo polposo si sposta in funzione dei movimenti della colonna vertebrale. Si comporta come una biglia interposta fra due piani. Questo tipo di articolazione permette la flesso-estensione, l’inclinazione sul piano frontale, lo scivolamento e la rotazione.

I dischi rappresentano quindi una struttura estremamente elastica di assorbimento delle tensioni e coprono circa un terzo dell’altezza della colonna vertebrale.

Tra due vertebre consecutive, c’è uno spazio. Questo spazio è detto forame intervertebrale. Attraverso esso, passano i nervi spinali e da lì, si diramano su tutto l’organismo. La pressione discale dipende dal peso corporeo e dalla forza di contrazione dei muscoli circostanti.

La pressione interdiscale si modifica infatti al variare della posizione corporea e dei carichi sollevati.

Il trasporto di oggetti pesanti determina naturalmente un aumento della pressione del disco. Ed è maggiore se lo sforzo è asimmetrico. Quando il disco intervertebrale è leso, la diminuzione del suo spessore sotto carico è maggiore rispetto a quando il disco è sano.

Il disco leso, inoltre, non recupera completamente il suo spessore iniziale dopo essere stato scaricato. Questo può alterare i rapporti articolari e quindi, a lungo andare, portare all’artrosi.

Struttura anatomica dei dischi intervertebrali  

Tipi di ernie del disco

L’ernia può essere:

Contenuta: le fibre più esterne dell’anello fibroso sono integre, mentre quelle più interne sono interrotte.

Espulsa: tutte le fibre sono interrotte ed il nucleo del disco può, a sua volta, rompere il legamento e fuoriuscire nel canale vertebrale.

Migrata: a seconda se il frammento di disco espulso migra verso l’alto, verso il basso o di lato.

Nelle ernie discali cervicali si distinguono:

Ernia molle: riguarda esclusivamente il nucleo polposo.

Ernia dura: ernie del nucleo polposo degenerato e quasi calcificato, associate a degenerazione dei corpi vertebrali.

Quali sono le cause di ernia del disco cervicale?

Le cause di ernia cervicale possono essere anatomiche, fisiologiche, traumatiche o processi usuranti ripetuti nel tempo.

Cause anatomiche:

  1. I segmenti cervicali più soggetti a sviluppare ernia discale sono i primi e gli ultimi, ossia C2-C3 e C6-C7. Questo è dovuto alla loro posizione anatomica.  Infatti, trovandosi a confinare con segmenti rigidi come la cerniera C0-C1 e con il tratto dorsale, spesso si muovono più del dovuto! Proprio per compensare al ridotto movimento dei distretti con cui confinano.
  2. A questa condizione si associa anche una ridotta stabilità dal punto di vista muscolare. E anche una diminuzione della mobilità dorsale che facilità l’instaurarsi di tale condizione.

Cause fisiologiche

  1. Le deviazioni della colonna vertebrale favoriscono l’ernia cervicale
  2. Deficit muscolari e debolezza dei tessuti legamentosi
  3. Artrosi cervicale
  4. Indebolimento fisiologico dei dischi intervertebrali, provocato dall’invecchiamento
  5. Inclinazione delle vertebre
  6. Spondilosi cervicale

Trauma meccanico

Ad esempio il classico colpo di frusta (più tecnicamente distorsione del rachide cervicale) da incidente o tamponamento stradale, o un sovraccarico da sforzo.

Processi usuranti ripetuti nel tempo

  1. Atteggiamenti posturali scorretti perduranti nel tempo, tensione muscolare cronica a carico di nuca e spalle. E’ una problematica tipica delle persone molto ansiose.
  2. Sollecitazioni ripetute di lunghi periodi.

Come prevenire l’ernia cervicale

Avere delle sane abitudini è uno degli atteggiamenti migliori per mantenere non solo il vostro collo, ma tutto il corpo, in salute.

  • Presta attenzione alla postura. E’ importante porre attenzione a svolgere le attività in modo ergonomico. Nelle posizioni da seduti, ad esempio, è necessario mantenere il rachide ben allineato. Le curve della colonna vertebrale devono conservare le fisiologiche ampiezze. Quindi, durante il lavoro al pc o alla scrivania, il sacro deve essere appoggiato allo schienale e la testa ben allineata al collo. I piedi devono essere ben appoggiati al pavimento, le spalle rilassate e le gambe devono formare un angolo di 90°. Durante il sonno, inoltre, è bene non assumere posizioni di tensione.
  • Presta massima attenzione al sollevamento dei carichi. Non devi caricare il peso sulle braccia e sul collo, ma sulle gambe, tenendo sempre in posizione corretta la colonna vertebrale. A volte bastano poche attenzioni, come sollevare di più i gomiti o mettere un cuscino dietro la schiena, per ridurre di molto il carico al collo.
  • Pratica attività fisica. Il moto permette di rafforzare l’apparato muscolare, stabilizzando e supportando la colonna vertebrale.
  • Impara a gestire lo stress. Lo stress psico-fisico determina un irrigidimento della muscolatura, che è condizione predisponente per la patologia. Il mio consiglio è di evitare per quanto possibile le fonti di stress e di ritagliarti del tempo per poterti rilassare.
  • Tieni sotto controllo il peso. E’ utile per evitare la compressione dei dischi intervertebrali. Quindi svolgi esercizio fisico. Evita il troppo riposo. E segui anche un’alimentazione povera di grassi e ricca di frutta e verdura.

Sintomi dell’ernia cervicale

I sintomi dell’ernia cervicale sono i seguenti:

  • Dolore al collo
  • Capogiro e vertigini
  • Cefalea cronica
  • Nausea a digiuno. Talvolta è associata a conati di vomito.
  • Rigidità e indolenzimento della muscolatura di collo e spalle
  • Dolore al braccio
  • Difficoltà a ruotare la testa e a sollevare il mento
  • Senso di stordimento
  • Nei casi più gravi il dolore al braccio si estende anche agli arti inferiori, con formicolii e intorpidimento

Tutte le ernie cervicali causano dolore?

La risposta è no! Episodi di ernia discale sono presenti in moltissime persone adulte! E, tra l’altro, con un’incidenza crescente con l’avanzare dell’età. L’ernia del disco produce dolore quando fuoriesce in prossimità della radice nervosa e di conseguenza la comprime. Solo in questo caso provoca formicolio o dolore. E nelle condizioni avanzate causa parestesia e perdita della forza.

Come si può diagnosticare tale patologia?

Il Test di Spurling è una manovra, eseguita dal fisioterapista, che aiuta a capire se è presente l’ernia cervicale.

Mentre il paziente è seduto, il fisioterapista accompagna con le mani la cervicale fino a raggiungere una posizione di flessione laterale, nello stesso lato in cui il paziente avverte i sintomi.

Questo movimento eseguito in modo lieve e lento, porta lo spazio in cui scorre la radice a restringersi ulteriormente.

Il test risulta positivo se la persona sente un formicolio o una sensazione di spilli dolorosi al braccio.

In mancanza di sintomi, il fisioterapista prosegue con il test. Dalla posizione flessa, accompagnerà la testa esercitando una pressione che va dall’alto al basso. Lo scopo è ridurre lo spazio intervertebrale, stimolando volutamente la radice nervosa. Anche in questo caso il test è positivo se si generano formicolii e dolore nel braccio.

Naturalmente, ti consiglio di non fermarti a questo test, ma di parlarne con il tuo medico di fiducia.

Gli esami che più comunemente si utilizzano per diagnosticare un ernia cervicale sono i seguenti:

  • Radiografia del rachide cervicale. E’ utile per escludere le malattie ossee che presentano un dolore simile all’ernia discale. E’ altresì utile per valutare le artropatie ed osteopatie associate.
  • Risonanza magnetica della colonna cervicale. E’ l’esame più utile in quanto rileva l’ernia! Ed evidenzia anche il midollo!!! In modo da poter conoscere l’eventuale compressione sul midollo. E se esso sta subendo dei danni a causa dell’ernia.
  • TAC della colonna cervicale. Utile in quanto evidenzia la componente ossea

Altri esami che possono essere richiesti sono i seguenti:

  • Elettromiografia (EMG)
  • Potenziali Evocati Motori (PEM) e Somato-Sensitivi (PESS). Serve per indagare la funzionalità del midollo

Curare l’ernia cervicale con la fisioterapia

Quando l’ernia sia considerata responsabile della sintomatologia dolorosa, vi sono due tipologie di rimedi:

Il trattamento conservativo fisioterapico:

La fisioterapia per ernia cervicale ha infatti lo scopo di ridurre i sintomi e aiutare il paziente a sentire meno gli effetti della compressione delle vertebre. E’ caratterizzata da un approccio non invasivo.

Le manipolazioni vanno evitate nella fase acuta, poiché la situazione potrebbe peggiorare.

In questa fase si possono utilizzare farmaci antinfiammatori (o cortisonici). Servono ad abbassare il livello del dolore e permettono alla fisioterapia di poter svolgere il suo lavoro.

Non abusarne, prendili solo quando è strettamente necessario.

Il fisioterapista ha a disposizione diverse tipologie di trattamento. Le utilizza, in base alle dinamiche che si presentano col paziente.

Tecar terapia o laser terapia

– Massoterapia (massaggi terapeutici per contratture e tensioni, trigger points)

– Esercizi di mobilitazione e rilassamento

– Manovre e posture antalgiche

– Esercizi specifici per la postura corretta (ginnastica posturale)

– Correzione di abitudini di vita scorrette come la posizione nel sonno (cuscino), la respirazione o al lavoro.

– Kinesiterapia

L’approccio chirurgico invasivo:

Consiste nella rimozione chirurgica dell’ernia che comprime la radice nervosa. E non sempre riesce a dare il risultato sperato! Inoltre, lascia un tessuto di aderenze cicatriziali abbastanza importante. Motivo per cui si effettua solo quando i tentativi terapeutici conservativi non hanno portato il beneficio sperato. Oppure in casi gravi dove la compressione dell’ernia rischia di danneggiare pesantemente il nervo e le strutture che esso innerva.

Agopuntura e altri rimedi

Per il dolore cronico, è possibile rivolgersi anche alla cosiddetta medicina complementare. E’ opportuno farlo sempre però dietro consiglio dello specialista.

In questi casi, infatti, è più che mai importante evitare il fai da te.

Questo tipo di trattamento spesso viene consigliato al paziente come supporto alla terapia tradizionale.

Tra gli approcci alternativi, ci sono tecniche come:

  • chiropratica: si basa su manipolazioni della colonna vertebrale. E’ però più efficace nel caso di dolore alla base della schiena
  • agopuntura: da qualche tempo è accettata anche dalla medicina tradizionale. Può dare un modesto senso di sollievo dal dolore cronico
  • massaggi
  • yoga: da praticare con prudenza, per evitare strappi muscolari che potrebbero peggiorare la situazione.

Vediamo ora 3 semplici esercizi di fisioterapia per ernia cervicale

Richiedono poco tempo. Li puoi fare comodamente da casa. Sono utili per alleviare le rigidità e sciogliere le tensioni della zona cervicale.

La base della riabilitazione cervicale è la respirazione diaframmatica.

Più la respirazione è alta e superficiale, più utilizzi (inutilmente) i muscoli cervicali per respirare.

Ecco i consigli per eseguire una buona respirazione diaframmatica:

  • Sdraiati a pancia in su e piega le gambe.
  • Appoggia le mani al torace. Ti serviranno per sentire se lo stai muovendo! Non deve muoversi il torace, ma la pancia
  • Poggia un libro sulla pancia. Ti servirà a sentire il movimento.
  • Inspira lentamente dal naso. Mentre inspiri cerca di gonfiare la pancia come un palloncino.

Se stai eseguendo l’esercizio correttamente, sentirai il libro sulla pancia alzarsi. Inoltre, non avvertirai alcun movimento del torace sotto le mani.

Espira dalla bocca, svuotando completamente la pancia.

  • Ripeti per un minimo di 4-5 minuti. Fai respirazioni lente e sempre più profonde.

Importanza della respirazione diaframmatica nell’ernia cervicale.

In particolare, nel caso di ernia cervicale, rinforzare i muscoli del collo, aiuta a migliorarne il funzionamento. E’ inoltre un modo efficace per ridurre i rischi di ulteriori lesioni. Ed è pure una buona protezione da eventi artritici secondari.

Ideali sono gli esercizi isometrici.

Eccone uno:

  • Metti il palmo della mano contro la fronte. E’ la flessione anteriore contrastata.
  • Spingi in avanti contro la mano, usando i muscoli del collo. Bisogna offrire una leggera resistenza ai muscoli del collo che spingono in avanti.
  • Continua a spingere per 10-30 secondi. Respira normalmente.
  • Ripeti l’esercizio 2-3 volte.
  • Ripeti l’esercizio posizionando il palmo della mano lateralmente alla testa. E’ la flessione laterale contrastata.
  • Esegui, poi, la rotazione del capo lentamente da sinistra verso destra. E ritorna, da destra verso sinistra.

L’immagine evidenzia la complessità dei muscoli del collo, che se tonici, rivestono un ruolo importante nell’alleviare i sintomi dell’ernia cervicale

Questo esercizio, di fisioterapia per cervicale, serve per diminuire il dolore e migliorare il movimento. Il problema c’è e i muscoli torneranno ad accorciarsi. Servirà avere costanza negli esercizi!

  • In piedi o seduto! Stai dritto il più possibile, con la schiena e il collo.
  • Abbassa il mento il più possibile! Fino ad arrivare a toccare sia la gola che la parte alta dello sterno. Eseguilo, con la mandibola chiusa.
  • Porta indietro la testa. Solleva contemporaneamente la parte alta della gabbia toracica. Mantieni il mento a contatto con la gola e lo sterno.
  • Ti ritroverai con la parte dorsale della colonna vertebrale molto più dritta. E con la nuca anch’essa molto più dritta e riallineata.
  • Mantieni la posizione per qualche secondo. Cioè, anche 30 se riesci… Poi, lentamente, ritorna alla posizione di riposo.
  • Ripetilo poche volte in ogni seduta. Ma spesso nell’arco della giornata!!!

Conclusioni

Il “no al fai da te” dev’essere un mantra da utilizzare sempre in caso di ernia del disco cervicale. Rivolgiti sempre a un medico esperto e qualificato. E ti consiglio, per gli esercizi, di progettare un programma con un bravo fisioterapista.

Sulla salute non si scherza e in particolare sul tratto cervicale.

Detto questo, in tutta onestà, posso rassicurarti dicendo che il trattamento conservativo permette spesso di raggiungere ottimi risultati

Se ti è stato utile l’articolo, hai delle domande o vuoi raccontare la tua esperienza, ogni commento qui sotto è gradito!

Così facendo, potresti essere molto utile anche agli altri lettori che magari si stanno ponendo le stesse domande a cui desideri una risposta.

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Dott. Fabio Marino