FISIOTERAPIA PER LA FRATTURA AL CALCAGNO – Fabio Marino

di | Aprile 13, 2021

Quale fisioterapia per la frattura al calcagno? Scoprilo in questo articolo!

Come agire in caso di calcagno fratturato?

In questo articolo parleremo dell’utilità della fisioterapia per la frattura al calcagno, iniziamo a capire di che zona del corpo stiamo parlando.

Fisioterapia per frattura al calcagno: in questa foto la sede della lesione e del conseguente dolore

Il calcagno è una delle ossa che compongono il piede, nonché l’elemento osseo costituente il cosiddetto tallone.
Protagonista di diverse articolazione (tra cui la caviglia)  il calcagno confina con l’astragalo, superiormente, e con l’osso cuboide, anteriormente. 
Il calcagno serve a trasferire a terra il peso corporeo, che grava sugli arti inferiori, e a fornire l’inserzione a muscoli e legamenti fondamentali ai movimenti di plantarflessione, dorsiflessione, eversione e inversione del piede e ai movimenti di flessione del ginocchio.

Frattura del calcagno

La frattura del calcagno accade per lo più come conseguenza di una forza eccessiva sullo stesso. La causa più frequente di questo tipo di frattura è una caduta da altezza elevata (ca. 80%), seguita da incidente stradale (ca. 10%), incidente sportivo (ca. 8%) e fratture da indebolimento (2%). Nel 20% dei casi la frattura è bilaterale. Anche l’osteoporosi è una possibile causa, nel senso che può condurre alla frattura del tallone.

La metà delle fratture del tallone sono dovute a infortuni sul lavoro o nel tragitto casa-posto di lavoro. Il sesso maschile ne è affetto da 5 a 8 volte più di quello femminile e per lo più accade tra i 35 e i 60 anni di età.

Sintomi post frattura calcaneare

I sintomi che il soggetto presenta in seguito ad una frattura calcaneare sono:

  • Calcagno è dolente alla palpazione.
  • Il piede e la caviglia sono solitamente molto gonfi e possono essere contusi.
  • Il soggetto non è in grado di caricare il piede.

Può svilupparsi la sindrome compartimentale. quando il gonfiore esercita una pressione sui vasi sanguigni vicini, riducendo o interrompendo il flusso ematico. Di conseguenza, i tessuti privi di sangue possono subire danni o morire. Il trattamento immediato è fondamentale.

Trattamento chirurgico e fisioterapia post frattura del calcagno

  • Consulto con uno specialista ortopedico
  • Talvolta protezione (solitamente con un tutore), riposo, ghiaccio, compressione e sollevamento
  • Ingessatura (quando il gonfiore si è ridotto)
  • Eventualmente, intervento chirurgico (da valutare caso per caso. Indispensabile prima effettuare la visita ortopedica).
  • Percorso di fisioterapia dopo la guarigione

Se la frattura non interessa l’articolazione, il trattamento comporta la protezione (solitamente mediante un tutore), il riposo (usare le stampelle e non caricare il piede), il ghiaccio, la compressione (pressione) e il sollevamento. Una volta che il gonfiore si è ridotto, il soggetto può essere inviato a un ortopedico per l’applicazione di un gesso.

Se l’intervento chirurgico al calcagno sia, o meno, il trattamento migliore in caso di interessamento articolare, è tuttora argomento di discussione. Se è necessario un intervento chirurgico, viene eseguita la riduzione a cielo aperto con fissazione interna.

Durante il percorso di fisioterapia, superata la fase acuta di gonfiore e dolore al calcagno, il soggetto viene istruito a non caricare in alcun modo il calcagno.

Il tempo necessario dipende dall’entità della frattura e può essere anche di diversi mesi. Spesso, il medico incoraggia il paziente a muovere il piede e la caviglia, e talvolta a caricare quest’ultima, non appena è possibile farlo senza provare troppo dolore.

È necessaria la fisioterapia. Questa consiste, non solo nell’educare il soggetto a come comportarsi a casa, ma anche in esercizi specifici per migliorare la mobilità articolare del piede e della caviglia interessati e per rafforzare i muscoli di sostegno.

Quando si inizia a camminare, potrebbe essere necessario utilizzare un bastone oppure un’apposita calzatura per proteggere il piede da ulteriori lesioni. Se il soggetto non segue esattamente le istruzioni del medico in merito al momento in cui iniziare a camminare e al modo in cui farlo, l’osso potrebbe non guarire in modo ottimale.

Fisioterapia per la frattura al calcagno

Il recupero della deambulazione: è importante che il piede sia meno gonfio, più forte, e non dolorante. In un primo momento il carico che sarà consentito è un carico a tolleranza che prevede l’utilizzo di ausili (stampelle), che aiuteranno a camminare senza appoggiare troppo il piede a terra e a sentire quindi meno dolore.

Fisioterapia per frattura al calcagno: nell’immagine vediamo come si dovrebbero utilizzare le stampelle in caso di frattura. Senza appoggiare il piede fratturato e tenendolo sollevato per evitare ulteriore gonfiore.

Con il recupero di forza e mobilità plantare si avrà un aumento del carico, che permetterà di cominciare a lasciare gli ausili e a poter incrementare le attività di vita quotidiana. Una volta che la frattura è stata ridotta e le ossa sono bloccate, è necessario iniziare una idonea fisioterapia.

Devono essere eseguiti esercizi di rinforzo per i muscoli del ginocchio e dell’anca, per evitare l’indebolimento dei gruppi muscolari che aiutano a camminare.
Quando si forma il callo osseo, il medico rimuove il gesso e permette di appoggiare più peso sulla caviglia fratturata. È ancora necessario l’utilizzo di stampelle.
A questo punto, lo specialista può valutare il calcagno per consigliare il trattamento adeguato.
Durante la valutazione, il medico controlla soprattutto:

  • Modo di camminare
  • Ampiezza di movimento
  • Forza
  • Gonfiore
  • Dolore
  • Valutazione della cicatrice (in caso di intervento chirurgico).

Dopo una valutazione approfondita, lo specialista (ortopedico, medico dello sport, fisiatra) consiglia il trattamento.
Si possono utilizzare delle terapie a base di calore, ghiaccio, stimolazione elettrica, ecc., per ridurre il dolore e il gonfiore.

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Esercizi di fisioterapia post frattura al calcagno

Un programma di esercizi per la frattura della caviglia dovrebbe essere la parte principale della riabilitazione dopo una frattura.

La fisioterapia comprende:

  • Esercizi per migliorare l’ampiezza di movimento del piede
  • Di rinforzo dei muscoli della caviglia e del piede
  • Potenziamento dei muscoli di anca e ginocchio (per aiutare a migliorare la capacità di lanciare ed estendere le gambe)
  • Esercizi di equilibrio e propriocezione
  • E infine esercizi per migliorare la mobilità e la capacità di camminare.

Molto probabilmente, il fisioterapista consiglierà di continuare la riabilitazione per il calcagno a casa. Questo programma può continuare per alcuni mesi dopo l’interruzione delle sedute di fisioterapia, quindi è meglio seguire i consigli del fisioterapista.
L’osso cresce e si rimodella in risposta allo stimolo meccanico che riceve.
Il fisiatra può prescrivere degli esercizi che applicano il giusto carico nella giusta direzione per permettere la completa guarigione dell’osso.

La rieducazione al passo è fondamentale dopo una frattura del calcagno

Il fisioterapista guida il paziente nella progressione dall’uso di stampelle alla camminata indipendente.
La rieducazione al passo dopo una frattura della caviglia comprende l’utilizzo di:

  • Girello o deambulatore
  • Stampelle
  • Bastone normale
  • Camminare senza assistenza

In caso di intervento chirurgico per ridurre la frattura della caviglia, potrebbe esserci incisione cutanea. Il fisioterapista può eseguire dei massaggi e la mobilizzazione dei tessuti cicatriziali per migliorare la mobilità della cicatrice. Inoltre, può insegnare ad eseguire alcune tecniche di massaggio della cicatrice da ripetere a casa.
Appena il paziente riesce ad appoggiare completamente il peso del corpo sulla caviglia infortunata, la riabilitazione continua con gli esercizi di equilibrio.
Questo tipo di riabilitazione si chiama propriocettiva ed è fondamentale perché il piede perde la percezione di sé nello spazio. Ci sono esercizi semplici con tavolette instabili per poi passare all’appoggio su un solo piede sopra una superficie instabile, per esempio un cuscinetto di gomma o pieno d’aria.

Fisioterapia per la frattura al calcagno

Quanto dura la fisioterapia?

Ognuno ha dei tempi di recupero diversi anche perché la gravità della lesione è molto variabile. Lo specialista può indicare con approssimazione i tempi di recupero in base al tipo di frattura.
La prognosi in genere dipende dalle condizioni in cui il paziente si presenta prima dell’inizio della riabilitazione.
In generale, la terapia fisica per una caviglia fratturata dura da 4 ad 8 settimane. Tuttavia in alcuni casi può essere più lunga se le condizioni del paziente sono gravi.

La fisioterapia dopo una frattura del calcagno può aiutare a migliorare la mobilità e a tornare alle normali attività in completa sicurezza.
La riabilitazione può iniziare:

1) Appena la frattura è stata ridotta (sia chirurgicamente che manualmente). In questo caso si usano alcuni ausili per appoggiare una parte di peso e per fare esercizi.
2) Dopo il periodo di immobilizzazione, in questo caso si possono fare delle terapie fisiche, manuali o strumentali.

Qui di seguito elencherò una serie di esercizi che spesso vengono utilizzati durante la fisioterapia per la frattura al calcagno:

Fisioterapia per la frattura al calcagno

Esercizi

Esercizi per il recupero della flessibilità articolare attraverso una mobilizzazione passiva/ attiva-assistita che prevede:

  • Dorsiflessione del piede
  • Circonduzione del piede
  • Prono/supinazione del piede
  • Flessione plantare del piede

Esempio: da seduto, con il piede potresti disegnare a terra le lettere dell’ alfabeto o i numeri. Ciò stimolerà la mobilizzazione dell’ articolazione.

Esercizi propriocettivi per migliorare l’equilibrio e la stabilità del piede

Su una tavoletta oscillante, seduto o in piedi, cerca di mantenere l’ equilibrio con appoggio monopodalico (su una gamba). Quando la forza muscolare sarà migliorata potrai effettuare deambulazione di percorsi attrezzati con ostacoli

Esercizi di rinforzo muscolare

  • Flettere ed estendere un asciugamano con le dita del piede o afferrare sempre con le dita oggetti come penne, matite, palline.
  • Con le mani appoggiate al muro, in piedi con le gambe estese, potresti sollevare i talloni e le punte per 10 volte
  • Puoi effettuare dei movimenti di flessione/ estensione plantare contro resistenza di una fascia elastica.