frattura dell'omero fisioterapia
FISIOTERAPIA PER LA FRATTURA DELL’OMERO
La fisioterapia per la frattura dell’omero è molto importate per riuscire ad ottenere un ottimo recupero funzionale post trauma.
La frattura dell’omero è la rottura dell’osso del braccio. Nella maggior parte dei casi, gli episodi di frattura dell’omero sono la conseguenza di traumi fisici, cadute accidentali, stress eccessivi a carico del braccio o presenza di particolari malattie di base.
Esistono tre tipologie principali di fratture dell’omero: le fratture dell’estremità prossimale, le fratture del corpo e le fratture dell’estremità distale.
L’omero è l’osso che costituisce lo scheletro di ciascun braccio.
Esso è situato tra scapola e ossa dell’avambraccio (radio e ulna) e partecipa alla formazione di due importanti articolazioni dell’arto superiore; l’articolazione della spalla e l’articolazione del gomito. Per facilitarne lo studio, gli esperti di anatomia lo suddividono in tre porzioni; l’epifisi (estremità prossimale), la dialisi (il corpo) e l’estremità distale (o epifisi distale).
L’epifisi è la porzione più vicina alla scapola e con cui si articola, attraverso una sezione chiamata testa.
Il corpo è la porzione compresa tra le due epifisi e nella quale trovano inserzione diversi muscoli del braccio.
Infine, l’estremità distale è la porzione attigua a ulna e radio, le ossa con cui forma l’articolazione del gomito.
Come detto in precedenza l’omero forma due articolazioni: una dalla parte della spalla; chiamata articolazione gleno-omerale (o più semplicemente articolazione della spalla), e una dalla parte dell’avambraccio; denominata articolazione del gomito (articolazione che c’è tra omero, radio e ulna).
I tipici sintomi e segni di una frattura dell’omero sono:
Il dolore derivante da una frattura dell’omero è immediato, nel senso che compare subito dopo l’infortunio.
La sensazione dolorosa è così intensa che la vittima dell’infortunio fatica a compiere anche il minimo movimento con il braccio interessato.
Per quanto concerne l’ematoma, invece, questo segno caratteristico è osservabile soltanto a distanza di 24-48 ore dall’infortunio. Le dimensioni di un ematoma derivante da una frattura dell’omero variano in relazione alla gravità del suddetto infortunio.
Nel caso di frattura composta dell’omero, si ricorre ad un trattamento di tipo conservativo con immobilizzazione della spalla mediante tutore o gesso per almeno 4 settimane associato a un ciclo di riabilitazione, che può cominciare già dopo 1 settimana con esercizi di mobilizzazione che diventeranno progressivamente più intensi dopo 3 settimane.
A partire dalla terza settimana dall’ intervento possono essere messi in atto esercizi di cauta mobilizzazione assistita, privilegiando i movimenti in elevazione e facendo molta attenzione invece nelle rotazioni.
Dopo il controllo radiografico a 30 giorni, se l’ossificazione procede bene il programma riabilitativo prevede il rinforzo di cuffia dei rotatori, stabilizzatori della scapola e propriocezione.
Andranno eseguiti quindi esercizi pendolari, esercizi di riattivazione degli stabilizzatori della scapola, massaggio del cingolo scapolare, soprattutto del trapezio superiore e dell’elevatore della scapola spesso contratti.
Dalla 6° settimana post-operatoria si può agire maggiormente sulla mobilizzazione (rispettando comunque il dolore e il completamento della cicatrizzazione dei tessuti); l’inserimento nel protocollo di esercizi attivi per la cuffia dei rotatori andrà concordato con il chirurgo onde evitare scomposizioni della frattura sempre possibili nei primi mesi dall’intervento.
Le fasi di recupero della coordinazione e della gestualità sportiva possono essere eseguite alternando sedute in palestra con sedute in campo, dove la coordinazione tra i movimenti del tronco e dell’arto superiore, e quindi della catena cinetica complessiva, vengono analizzati e rieducati al meglio.
Il periodo di trattamento richiede non meno di 3-4 mesi di terapie per il recupero dell’articolarità e della funzionalità.
La prognosi è di circa 3 mesi di terapie per il pieno recupero dell’articolarità e di 4 mesi per il ritorno allo sport in pazienti sportivi.
L’utilizzo della fisioterapia per la frattura dell’omero ha come scopo principale il recupero della funzionalità della struttura, sia nella sua forza che nella sua mobilità; queste due caratteristiche vengono spesso perse dopo traumi alla spalla, che diventa rigida e perde forza rendendo spesso difficile per i pazienti svolgere anche attività banali e quotidiane.
Nonostante i progressi notevoli che si possono ottenere con la fisioterapia spesso nei pazienti più anziani il recupero totale delle funzioni della spalla è complesso e irraggiungibile, ma l’utilizzo della fisioterapia è molto utile per alleviare e risolvere il dolore che può derivare da lesioni alle varie strutture in modo da recuperare una buona funzionalità per svolgere le attività quotidiane con semplicità.
Gli esercizi che mostreremo qui di seguito devono essere ripetuti a casa tutti i giorni, un’ora al mattino ed un’ora al pomeriggio. Se si trova particolare difficoltà nel fare da soli alcuni esercizi può farsi aiutare da un’altra persona.
Gli esercizi nelle prime 2-3 settimane sono solo passivi poi dalla terza settimana diventeranno rinforzanti: si possono iniziare gli esercizi di rinforzo muscolare, prima in modo statico, nei quali non c’è movimento articolare, e successivamente in modo dinamico nei quali c’è movimento articolare.
Tra gli esercizi passivi più semplici e più utilizzati esercizi troviamo gli esercizi di oscillazione della spalla, raccomandati spesso anche ai più anziani che non richiedono sforzo e possono essere svolti ovunque.
Una volta superata la fase più dolorosa e più limitante del problema, sempre sotto suggerimento di un fisioterapista, potrete iniziare a usare dei piccoli pesi durante gli esercizi e a intervenire su movimenti più complessi tra cui;
C’è anche un recente inserimento della magnetoterapia per guarire una frattura dell’omero. In genere questo trattamento viene consigliato ed utilizzato in caso di ritardo di guarigione; questo trattamento infatti viene utilizzato per accelerare il processo di guarigione della frattura. Nei casi di utilizzo di magnetoterapia non si esegue un trattamento breve; ma pur sempre medio lungo che prevede l’utilizzo di questa tecnica per un tempo massimo di 6/8 ore al giorno. È consigliabile perciò usufruirne di notte, magari noleggiando l’apparecchiatura necessaria e portandola a casa.
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Dott. Fabio Marino
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