epicondilite

5 consigli per curare l’epicondilite con la fisioterapia

di | Maggio 14, 2021

In questo articolo parleremo dell’importanza della fisioterapia per l’epicondilite. Ma di che tipo di patologia stiamo parlando?

Cos’è l’epicondilite?

L’epicondilite, o gomito del tennista, è un’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale). Spesso è causata da un uso continuato ed eccessivo del gomito; è una malattia degenerativa che, se non trattata correttamente, peggiora con il passare del tempo.

Piccolo accenno di anatomia: il gomito

Il gomito è situato a metà del nostro braccio per permetterne il movimento di flesso-estensione e prono-supinazione. L’articolazione del gomito unisce tre ossa. Ovvero:

  • Omero, osso superiore del braccio, che principia dall’articolazione della spalla, essendo unito superiormente alla scapola;
  • Radio e ulna, le due ossa “gemelle” dell’avambraccio, che giungono fino al polso. La prima si congiunge con il pollice della rispettiva mano, e l’altra con il mignolo;

E l’epicondilo? Si tratta della parte più esterna del gomito, derivante dall’articolazione tra omero e radio.

Sintomi dell’epicondilite

Trattandosi di sindrome infiammatoria, l’epicondilite dà come sintomo principale il dolore. Purtroppo però, dal momento che il disturbo insorge in modo subdolo, inizialmente non sarà questo a metterci in allarme.
Piuttosto, potremmo sperimentare le seguenti anomalie:

  • Perdita di forza.
  • Difficoltà a compiere gesti normali come sollevare le buste della spesa, aprire una bottiglia, stringere una mano.
  • Dolore che si manifesta solo quando si compiono gesti specifici che interessano l’articolazione del gomito. Successivamente, con il peggiorare della situazione, il dolore si cronicizza diventando forte e bruciante.
  • Difficoltà a distendere il braccio.
  • Il dolore tipicamente insorge sul lato del gomito, per poi estendersi a tutto l’avambraccio, intensificandosi quando si distende il braccio, o la mano, e si ruota il polso. Se non si interviene sull’infiammazione, ben presto il gomito si gonfia, appare caldo e arrossato. La tumefazione indica sovente un versamento di liquido sinoviale interno, conseguenza del processo di flogosi.

Le cause dell’epicondilite

Si tratta di una tipica patologia da eccessivo carico funzionale, una condizione che si verifica in chi compie sforzi ripetuti del medesimo tipo tra cui sportivi (tennisti, ma anche schermidori, tiratori con la pistola, golfisti o giocatori di ping pong), ma non solo.

Le categorie più a rischio sono tutti coloro che per professione o svago tendono a compiere sempre gli stessi movimenti che coinvolgono appunto l’articolazione di gomito, polso e mano, tra cui:

  • Cuochi
  • Pittori e imbianchini
  • Musicisti
  • Baristi addetti alla macchina del caffè
  • Sarti
  • Carpentieri
  • Barbieri e parrucchieri

Altra categoria a rischio è poi tutta quella, che lavora, studia o comunque sta davanti al pc a lungo ogni giorno. L’uso continuo del mouse non solo può provocare una tendinopatia specifica che non a caso è chiamata tendinite da mouse, ma è spesso all’origine di casi di gomito del tennista e tunnel carpale.

L’epicondilite insorge comunemente tra i 30 e i 50 anni colpendo indistintamente uomini e donne e ha un altissimo rischio di recidive, proprio per la natura stessa del problema. Ecco perché, ai primi sintomi di dolore e/o riduzione della capacità funzionale, è necessario recarsi da un ortopedico per un controllo.

Terapie per l’epicondilite

La cura dell’epicondilite dipende in buona parte dal grado di gravità della stessa. Inizialmente la prima e necessaria terapia sarà il riposo. In particolare l’immediato stop all’attività ripetitiva che abbia scatenato l’infiammazione, almeno fino a regressione di sintomi.

Può aiutare anche l’uso di un apposito tutore dinamico che tenga l’arto fermo e permetta ai tendini di rigenerarsi.

Attualmente sono consigliati come trattamenti di primo e secondo intervento volti a togliere il dolore e l’infiammazione, anche cicli di laserterapia, ultrasuoni o onde d’urto, tutti molto efficaci. Tuttavia, a queste cure “passive”, si devono associare anche cure di tipo riabilitativo funzionale che prevedono l’attiva collaborazione del paziente.

La fisioterapia per l’epicondilite è spesso indispensabile perché, non solo permette di recuperare appieno la funzionalità del braccio, ma soprattutto rappresenta l’unico mezzo a disposizione per prevenire le recidive.

Seguendo il programma di riabilitazione specifico, così come fare attenzione a evitare sforzi e movimenti ripetuti in modo eccessivo, possono sicuramente aiutare a correggere il movimento ripetitivo che ha generato l’epicondilite:

  • Utilizzare strumenti leggeri e dall’impugnatura conforme alla propria mano. In questo modo le sollecitazioni al tendine sono minime;
  • Alternare le due braccia nell’utilizzo in movimenti ripetitivi.
  • Tenete i polsi diritti e rigidi quando sollevate qualcosa. Così facendo saranno i muscoli dell’avambraccio superiore, più grandi e potenti, a fare il lavoro che di solito fanno i muscoli dell’avambraccio inferiore, più piccoli e meno potenti.
  • Valutare con il medico l’uso di ortesi;
  • Rinforzare la muscolatura del braccio con opportuni esercizi di stretching da eseguire a casa tutti i giorni.

In questo modo si avranno dei risultati a lungo termine e il problema non si ripresenterà.

La soluzione chirurgica rappresenta una extrema ratio e pertanto si pratica su un numero limitatissimo di casi, ovvero quelli in cui tutti gli altri trattamenti siano risultati inefficaci dopo 6 – 12 mesi di trattamenti convenzionali. L’intervento può prevedere:

  • l’asportazione della sola porzione di tendine danneggiata;
  • La disinserzione parziale dei tendini estensori del polso e delle dita;
  • La scarificazione con cruentazione locale dell’epicondilo (a livello dell’inserzione dei muscoli infiammati) dove l’osso è in parte perforato in più punti al fine di provvedere a un incremento del sangue in quella regione, e con lo scopo di favorirne una guarigione tempestiva.

L’operazione è scelta in base a fattori personali del paziente, come la gravità del danno, le caratteristiche fisiche del soggetto e le condizioni di salute generali. Il trattamento chirurgico può essere effettuato a cielo aperto oppure per via artroscopica. Entrambi gli interventi chirurgici sono eseguiti in day hospital e raramente richiedono il pernottamento in ospedale.

A ogni intervento chirurgico sono associati rischi e complicazioni quali infezioni, danni a nervi e vasi sanguigni, necessità di riabilitazione prolungata, perdita di forza e flessibilità, e infine necessità di un ulteriore intervento chirurgico.

All’operazione si fa seguire un ciclo di fisioterapia in associazione all’uso temporaneo del tutore, fino a completo recupero della funzionalità del braccio.

Infine, onde evitare il fallimento delle terapie, se vi è il legittimo sospetto che concausa di epicondilite sia una infiammazione al rachide cervicale – le prime sette vertebre della colonna, situate all’altezza del collo e della nuca – si dovrà intervenire, sia con l’opportuna ginnastica posturale che con i trattamenti antinfiammatori, anche su questa sindrome.

Esercizi utili nella fisioterapia per l’epicondilite

Qui di seguito andremmo ad illustrare alcuni esercizi utili nella fisioterapia per l’epicondilite:

Esercizio 1

Per svolgere questo esercizio hai bisogno solo di un piano su cui appoggiare le mani. Puoi scegliere per esempio quello del tavolo della cucina, facendo attenzione che sia stabile. Il passo successivo consiste, (stando in piedi vicino al tavolo) proprio nel sistemarci sopra i palmi delle mani, mantenendoli aperti. L’esercizio deve essere eseguito a partire da una posizione eretta, tenendo il gomito esteso, e rimanendo fermi in questo modo per almeno 15 secondi.

Esercizio 2

L’esercizio che ti sto per proporre è estremamente semplice e ha come obiettivo principale la flessibilità articolare attiva (ROM attivo). Per eseguirlo è sufficiente stare in posizione eretta, stendere il braccio in avanti orizzontalmente e piegare il polso avanti e indietro. Ripeti il tutto per 3 serie da 10.

Esercizio 3

Quando si lavora per risolvere il problema dell’epicondilite è impossibile non considerare gli esercizi di compensazione e bilanciamento della presa, la cui efficienza risulta profondamente influenzata dal sopraggiungere dello stato infiammatorio. Per migliorarne la qualità puoi sistemare l’avambraccio sul piano di un tavolo, impugnare un palla morbida antistress e tenerla stretta in mano per almeno 5 secondi. Ripeti l’esercizio per 3 serie da 10 prese ciascuna.

Esercizio 4

Per questo esercizio devi dotarti di un piccolo peso. Il consiglio è di iniziare con uno non superiore ai 200 grammi (aumenta a 500 dopo che senti di aver raggiunto una padronanza ottimale dell’esercizio). Trova il piano di un tavolo che sia sufficientemente resistente, siediti, appoggia l’avambraccio sul piano, piega il gomito a 90° e fai in modo che la mano resti fuori dal bordo del tavolo. Procedi quindi a movimenti di flessione ed estensione del polso, (cioè piegare la mano in basso e in alto) facendo attenzione a mantenere ciascuna posizione per almeno 5 secondi.

Esercizio 5

Per eseguire questo esercizio devi dotarti di un manubrio da sollevamento pesi di almeno 500 grammi. Si tratta di una soluzione molto utile per rafforzare i muscoli del gomito. Sistemati in posizione eretta e tieni in mano il manubrio, facendo in modo di mantenere le braccia aderenti al corpo. Solleva il manubrio piegando il gomito a 90°, facendo in modo di mantenere l’avambraccio fino a che diventa parallelo al pavimento. In questo esercizio è fondamentale fare attenzione a non muovere le spalle.

Esercizio 6

L’esercizio per l‘epicondilite migliore è questo… siediti per terra con la schiena appoggiata al divano, allarga le braccia e appoggiale sul sedile del divano, cioè dove ti siedi di solito: a questo punto ruota gli avambracci in modo da appoggiare il dorso delle mani sul sedile del divano. Ora tendi le dita della mano verso l’alto. Otterrai così uno dei più efficaci stretching dei muscoli del gomito e del polso che sarà di estremo sollievo. Mantienilo per uno o due minuti e ripetilo spesso.

Ti ho illustrato alcuni esercizi di stretching molto semplicistici per la fisioterapia per l’epicondilite. Il consiglio principale che ti posso dare è quello di eseguirli senza sforzare le performance, in modo da scongiurare ulteriori danni ai tendini e ai muscoli. Ovvero esegui i movimenti senza forzare e fermandoti se senti dolore non sopportabile

Conclusioni

Come visto già in altri articoli, l’epicondilite è una patologia molto seria, e se non curata correttamente può davvero essere un serio problema per chi ne rimane vittima. Gli esercizi proposti in questo articolo vogliono essere un esempio, e un incitamento all’attività fisica, da abbinare necessariamente ad una attenta terapia Manuale, effettuata da un Fisioterapista esperto e qualificato.

Solo gli esercizi non possono bastare, così come solo il lavoro esterno di un fisioterapista non può bastare. Un lavoro completo a 360 gradi, che richiede anche educazione al movimento e accortezza da avere anche a casa, è la chiave per guarire definitivamente da questa fastidiosa patologia.

Se ti è interessato l’articolo “Fisioterapia per l’epicondilite” ti consigliamo di leggere anche: fisioterapia per gomito

Per ulteriori informazioni riguardanti la fisioterapia per l’epicondilite o per prenotare una valutazione fisioterapia in un Centro Kinesis Sport puoi scrivermi una mail.

Dott. Fabio Marino