FISIOTERAPIA PER LESIONE TENDINE SOVRASPINATO - Fabio Marino

FISIOTERAPIA PER LESIONE TENDINE SOVRASPINATO – Fabio Marino

di | Aprile 13, 2021

Fisioterapia per lesione tendine sovraspinato

Si può accedere allo studio di fisioterapia per lesione tendine sovraspinato quando si ha un dolore alla spalla associato a una debolezza muscolare, oppure in seguito a un intervento chirurgico.

Fisioterapia per lesione tendine sovraspinato, la zona interessata.

Se mettiamo il palmo della mano sopra la spalla opposta con le dita avvertiremo la presenza di una sporgenza ossea. Va dalla scapola esternamente e si dirige in modo pressoché orizzontale verso il centro della schiena.

Quella è la spina della scapola.

Il muscolo che interessa la fisioterapia per lesione tendine sovraspinato andrà a valutare proprio quella zona per cercare segni che possano orientare verso un interessamento di questo muscolo.

La spina divide in due parti della scapola al di sotto e al di sopra della quale si inseriscono dei muscoli. Con molta fantasia sono chiamati il sovraspinato e il sottospinato.

Il muscolo sovraspinato spesso va incontro a lesioni che, nei casi più importanti, hanno necessità di essere curati con un intervento chirurgico per ripristinare la continuità.

Vedremo la fisioterapia per lesione tendine sovraspinato sia in caso di lesione parziale, sia invece nel caso in cui il tendine venga operato per una lesione totale e sia necessaria la riabilitazione post chirurgica.

Cerchiamo di capire però prima che cosa fa e come è fatto questo muscolo. Qual è la sua posizione e a quali sollecitazioni è sottoposto.

Anatomia

È uno dei muscoli che collega la spalla con il torace attraverso la scapola.

Se conosciamola sua anatomia ci rendiamo conto delle sollecitazioni alle quali può essere sottoposto durante la giornata e le attività lavorative, e come possa essere influenzato dalla postura.

Vediamolo un po’ meglio.

È un muscolo che fa parte di un gruppo funzionale chiamato cuffia dei rotatori. Si tratta di un insieme di muscoli che copre la parte superiore della spalla rivestendola a mo’ di cappuccio (per questo motivo è chiamata cuffia).

La sua origine  si trova a livello della fossa delimitata dalla spina della scapola che abbiamo visto precedentemente. Decorre in pratica orizzontalmente, passa all’interno della capsula articolare della spalla (che è quel rivestimento fibroso che avvolge l’articolazione) e si inserisce sull’omero, a livello di una sua tuberosità chiamata trochite.

La sua innervazione ha origine cervicale a livello della porzione tra la quarta e la sesta vertebra. Da lì parte un nervo che dà il segnale ai muscoli posteriori della scapola: il sovraspinato e il sottospinoso.

Tutte queste informazioni ci serviranno per capire meglio come la fisioterapia per tendine sovraspinato non si possa esclusivamente indirizzare a questo punto, ma debba prendere in considerazione anche altri aspetti ad esso collegati.

È un muscolo che ha la funzione di fare eseguire alla spalla un movimento di ELEVAZIONE E ABDUZIONE. Porta cioè il braccio in alto e leggermente all’esterno.

Oltre a questo importante compito ne svolge un altro: quello di compattare la tesa dell’omero sulla superficie della gena (la parte concava della scapola che si articola con l’omero).

Come ultima notazione diciamo che questo muscolo dà inizio alla elevazione dell’arto in qualsiasi posizione, per poi lasciare la maggior parte del compito ad altri.

Quindi, ad ogni movimento che eseguiamo, non si contrae solo il muscolo che lo esegue direttamente, ma vengono attivati sinergicamente anche tutti i muscoli che stabilizzano l’articolazione.

In fisioterapia per lesione tendine sovraspinato si intende proprio l’interessamento a livello dell’inserzione tendinea del muscolo a livello dell’omero.

Già da questa piccola introduzione possiamo capire meglio come, in effetti, si tratti di un muscolo che viene sempre reclutato nei movimenti della spalla, sia statici che dinamici. Ecco la ragione per cui molto spesso viene interessato da fenomeni di degenerazione; a volte fino alla rottura.

Cause della lesione tendinea

Le cause che possono determinare una lesione al tendine sono:

  • Tendinite o tendinosi
  • Frattura del trochite
  • Paralisi del nervo
  • Calcificazioni
  • Sindrome da conflitto scapolo omerale
  • Malattie neurologiche

Quindi facciamo fare la diagnosi e con questa impostiamo la terapia adatta.

SEGNI e SINTOMI

La sintomatologia varia molto in base alla condizione del tendine.

In caso di rottura, la presenza di dolore intenso e impotenza funzionale (cioè impossibilità a eseguire certi movimenti) sono segni molto evidenti.

Ci sono però molte condizioni (e sono la maggioranza) in cui la lesione è parziale e i segni clinici e la sintomatologia sono più sfumati.

In generale si osserva la presenza di:

  • DOLORE al movimento o al mantenimento del braccio in alcune posizioni
  • DEBOLEZZA MUSCOLARE in certi movimenti
  • DOLORE ALLA PALPAZIONE della zona muscolare

Il segno clinico fondamentale rilevabile quando è presente in interessamento del sovraspinato è il test di Jobe; una modalità per testare in modo diretto il muscolo sovraspinato.

Test di Jobe.

Si esegue facendo mettere al paziente le braccia tese in avanti leggermente aperte con il pollice rivolto verso il basso. L’esaminatore applica una forza per portare in basso le braccia e misura la resistenza e il dolore del paziente. La rilevazione di segni patologici durante il test depone vero una necessità di approfondimento diagnostico a livello della zona della spalla.

Va integrato con altri test clinici e indagini per determinare con certezza quale siano le componenti interessate e di che entità sia la lesione.

Lesione tendinea parziale

La fisioterapia per lesione tendine sovraspinato si trova a lavorare fondamentalmente in due condizioni, come abbiamo detto: la lesione conclamata che necessita di un intervento chirurgico, e la lesione parziale.

Il reperimento di una evidenza di lesione tramite esami medici non comporta necessariamente la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico.

Quest’ultimo è da preventivare nel caso in cui le terapie farmacologiche, fisioterapiche, strumentali e di modifica delle attività quotidiane, non portino a una risoluzione accettabile della condizione dolorosa e della situazione funzionale del braccio.

Nella maggior parte dei casi, una lesione a livello del tendine del muscolo sovraspinato non necessita di un intervento chirurgico riparativo.

Vediamo cosa possiamo fare, quindi,  quando ci troviamo davanti all’usura del tendine.

Obiettivi della fisioterapia per lesione tendine sovraspinato

Trattamento e rieducazione della spalla.

Ricordiamoci di quello che abbiamo detto precedente mente nella sezione “anatomia”. Le funzioni e le relazioni di questo muscolo sono veramente tante.

La fisioterapia per lesione tendine sovraspinato ha i seguenti obiettivi:

  • Centrare la testa dell’omero
  • Ripristino della mobilità
  • Diminuzione del dolore
  • Favorire il controllo propriocettivo
  • Correzione della postura

Centratura della testa dell’omero

Spesso si assiste alla anteposizione della spalla in casi di interessamento del tendine sovraspinoso.

Va ripristinata la normale centratura della testa omerale tramite esercizi di reclutamento muscolare corretto e mobilizzazione articolare.

Pena il ripresentarsi del problema con costanza.

La centratura dell’omero sulla cavità glenoidea è dovuta alla contrazione sinergica di tutti i muscoli della cuffia dei rotatori che sono:

  • Sovraspinato
  • Sottospinato
  • Sottoscapolare
  • Piccolo rotondo

La mancata sinergia di attivazione di questi muscoli porta ad anteriorizzare la testa dell’omero con un conseguente sovraccarico sul tendine.

Inoltre ci sono i muscoli anteriori della spalla tra cui i pettorali. Una condizione di squilibrio muscolare a favore dei muscoli anteriori determina una anteposizione della testa dell’omero che deve essere fermata dalla contrazione dei muscoli posteriori.

Il principale di questi è il sovraspinato che quindi si trova sempre in una condizione di iper lavoro.

Ripristino della mobilità

Ci sono spesso, per non dire sempre, alterazioni della mobilità e limitazioni dell’ampiezza di movimento che influiscono sulla posizione della spalla e sulla tensione muscolare relativa.

Diminuzione del dolore

Il dolore in queste condizioni è sempre presente.

Possiamo trattarlo con il taping neuromuscolare, con la terapia fisica: la tecarterapia, il laser, gli ultrasuoni, la magnetoterapia, la TENS, a seconda delle indicazioni e del caso specifico.

Ginnastica propriocettiva

È la correttezza della esecuzione del movimento.

Tutte le persone che giungono alla fisioterapia per lesione tendine sovraspinato hanno una situazione di alterazione propriocettiva della muscolatura della spalla e del tronco superiore. Vanno individuate e trattate in modo da eliminare la condizione di predisposizione al sovraccarico tendineo.

Correzione della postura

La posizione delle spalle in avanti e la presenza di una tensione dorsale e cervicale, con conseguente aumento della curvatura della colonna a livello superiore, è un rilevamento quasi costante.

Se non si prende in considerazione anche questo aspetto, la percentuale di risoluzione del problema diminuisce sensibilmente e aumentano i casi di recidiva, cioè di ricomparsa del problema una volta che si è risolta la sintomatologia.

Fisioterapia per lesione tendine sovraspinato: dopo l’intervento chirurgico

Il tendine può anche essere in condizioni tali da necessitare di un intervento chirurgico.

Qui il medico ortopedico è colui che guida la fase della fisioterapia per lesione tendine sovraspinato, orienta le scelte terapeutiche e i tempi, in base al tipo d’intervento.

Gli obiettivi terapeutici variano in relazione alla condizione chirurgica, così come i risultati possibili.

In linea di principio però la riabilitazione ha le seguenti finalità:

  • Aumento della forza
  • Ripristino della mobilità passiva e attiva
  • Ripresa delle attività quotidiane
  • Rieducazione propriocettiva
  • Correzione della postura
  • Terapia fisica
  • Riduzione dell’edema
  • Trattamento della cicatrice (dove presente)

Fasi della riabilitazione

Dividiamo i momenti della riabilitazione in due fasi molto diverse tra loro:

  • La fase di immobilizzazione dell’arto
  • Fase della riabilitazione

Prima fase di immobilizzazione

In seguito a un intervento chirurgico per lesione tendinea, il tendine viene reinserito all’osso. È un processo il cui consolidamento necessità un paio di mesi circa e viene monitorato dal medico ortopedico.

In questo periodo è necessario fare in modo che ci siano tutte le condizioni necessarie per favorire la buona riuscita del post intervento, senza l’insorgenza di possibili complicazioni.

A questo proposito viene confezionato da medico ortopedico un tutore da portare sia di giorno che di notte. La spalla deve rimanere ferma per permettere la adesione del tendine alla zona di attacco.

In questa fase non sono permessi i movimenti soprattutto attivi della spalla. 

Cosa può fare la fisioterapia per lesione tendine sovraspinato?

È un momento delicato in cui comunque il fisioterapista può aiutare con alcuni trattamenti che sono distali rispetto alla zona di intervento, la quale va assolutamente salvaguardata e gestita a livello medico.

La fisioterapia può aiutare con le seguenti applicazioni:

  • Mobilizzazione cervicale delicata
  • Applicazione distale di taping neuromuscolare

Mobilizzazione cervicale

Perché ci interessiamo della zona cervicale?

Abbiamo visto che l’innervazione della spalla arriva dai segmenti compresi tra la quarta e la sesta vertebra cervicale. una tensione a questo livello può influire sulla buona trasmissione nervosa alla spalla.

Inoltre, è spesso conseguente a un intervento la presenza di tensioni al collo derivanti dal dolore e dalle abitudini posturali precedenti.

Mobilizzare delicatamente il rachide cervicale ha l’obiettivo di limitare le tensioni a livello dei muscoli che arrivano alla spalla, permettere al paziente di stare in una condizione di benessere e quindi evitare contrazioni muscolari riflesse o reattive a livello della spalla che possono influire sulla guarigione del tendine.

Taping neuromuscolare

Il taping neuromuscolare è un’applicazione di un cerotto non medicato.

Svolge la sua funzione in base alla posizione e alle caratteristiche con cui è stato messo.

L’applicazione di un taping neuro muscolare drenante nella zona dell’avambraccio e della cervicale favorisce il drenaggio in tutto l’arto, allenta le tensioni nella zona cervicale e favorisce la liberà di movimento al collo.

Si può anche applicare con un a finzione drenante sull’edema o sui versamenti distali al punto di intervento.

Può essere d’aiuto in una fase iniziale della fisioterapia per lesione tendine sovraspinato qualora ci siano indicazioni e apporti un beneficio al paziente. Valutate la eventuale applicazione con il terapista che segue il vostro caso.

Seconda fase di recupero

Quando il medico ortopedico dà l’indicazione sulla possibilità di inizio della fisioterapia per lesione tendine sovraspinato cosa si fa?

  • Idrokinesiterapia
  • Mobilizzazione passiva delicata
  • Mobilizzazione attiva assistita
  • Esercizi di propriocettività e sensibilità
  • Mobilizzazione attiva
  • Isocinetica
  • Taping neuromuscolare

Le indicazioni del medico ortopedico vanno seguite in modo preciso in termini di tempo e di possibilità di intervento rieducativo, ma questa fase è quella di pertinenza prioritaria della fisioterapia.

Mobilizzazione

Dopo un mese o più di immobilità è fondamentale iniziare la mobilizzazione.

Si inizia con una mobilizzazione passiva. Con questo si intende un movimento eseguito in modo esclusivo dal terapista che non richiede la collaborazione del paziente. Inizialmente viene eseguito con range articolari limitati e non dolorosi per poi incrementare l’ampiezza in modo progressivo.

Si può iniziare a richiedere la collaborazione del paziente solo per la percezione del movimento e il riconoscimento della posizione dell’arto nello spazio.

La fase successiva è la mobilizzazione attiva assistita. Con questa si accompagna il movimento del paziente con un sostegno del terapista.

Si favorisce così una graduale attivazione muscolare in un ambito di movimento sicuro e controllato dall’esterno.

La mobilizzazione attiva è l’ultimo step da raggiungere. È il momento in cui il paziente esegue in modo indipendente in movimenti con l’ausilio o meno di presidi terapeutici che il terapista individua.

Esercizi di sensibilità

La mobilità però non è svincolata dalla sensibilità al movimento e quindi al controllo.

Gli esercizi di propriocettività sono quelli che favoriscono l’esecuzione del movimento consapevole e controllato nei suoi parametri. È la nostra capacità di raffinare il gesto e controllarne tute le sue componenti.

La fisioterapia per lesione tendine sovraspinato inizia quindi a proporre esercizi che coinvolgano tutto il corpo, con la finalità di correggere i movimenti viziati che tendono a sovraccaricare la spalla e il muscolo appena operato.

Taping neuromuscolare

La presenza di dolore e di edema a livello locale o periferico ora si possono trattare direttamente anche con l’applicazione di bendaggio drenante.

A seconda della sintomatologia e della situazione del paziente il terapista propone dei bendaggi che favoriscono la contrazione equilibrata dei muscoli oppure il drenaggio delle zone di ristagno, sia per la presenza di edemi che per la non completa risoluzione di situazioni di riassorbimento dell’ematoma, qualora ci fosse ancora.

IL TAPING NEUROMUSCOLARE E LINFATICO AIUTA MOLTO IN SITUAZIONI DEL GENERE DOVE LA MOBILITÁ INIZIA AD ESSERE POSSIBILE E SEMPRE MAGGIORE.

Isocinetica

Una modalità operativa di grande aiuto è il macchinario isocinetico.

Le sue caratteristiche sono molto specifiche e performanti. Il suo inserimento all’interno di un protocollo di fisioterapia per lesione tendine sovraspinato apporta alla terapia un considerevole beneficio in termini di:

  • Diminuzione dei tempi recupero
  • Personalizzazione della riabilitazione
  • Controllo dell’esercizio
  • Consolidamento degli obiettivi terapeutici
  • Valutazione oggettiva dei risultati

Si tratta di un macchinario in grado di proporre una riabilitazione muscolare e articolare estremamente controllata e programmata in base al paziente.

Se volete approfondire le caratteristiche del macchinario, invito a visionare un  articolo dedicato all’isocinetica a cui rimando.

In questo momento facciamo solo un esempio per comprendere meglio le sue potenzialità:

Il paziente è seduto in modo controllato e stabile. Si stabilizza il braccio nella posizione che è necessaria per la terapia.

Dopo avere posizionato il paziente e l’arto, si procede con l’impostazione del macchinario in modo da proporre, ad esempio, una mobilizzazione passiva di pochi gradi superiore al limite del movimento permesso in quel momento. Al termine del tempo impostato per l’esercizio, avremo recuperato l’ampiezza articolare impostata precedentemente.

Il fisioterapista può allora programmare il macchinario per lo svolgimento di un esercizio di rinforzo in base alle possibilità di reclutamento muscolare possibili in quel momento. Può richiedere una contrazione concentrica, eccentrica o isometrica in base al momento e agli obiettivi.

Al termine della sezione di lavoro, un grafico che evidenzia in modo diretto i miglioramenti in termini di mobilità, forza, resistenza, controllo, contrazione…

Insomma, si tratta di un ausilio alla terapia di grande importanza e utilità.

Fisioterapia per lesione tendine sovraspinato: esiti

La fisioterapia è lunga, e non è sempre piacevole.

Ci sono manovre dolorose e situazioni che impegnano in modo consistente il paziente. Ma gli sforzi vengono ripagati ampiamente e gli obiettivi sono quelli i ripristinare la mobilità completa dell’arto e riprendere le attività precedenti.

È chiaro che ci possono essere delle diversità sui traguardi raggiunti, ma all’incirca a due mesi dopo la chirurgia si possono iniziare attività autonome leggere con il braccio.

Dopo circa quattro mesi si possono iniziare a usare carichi più pesanti.

A seconda della resistenza della adesione post chirurgica il medico specialista ortopedico indicherà la permanenza o meno di cautele da osservare.

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Dott. Fabio Marino