Fisioterapia per quinto metatarso

Fisioterapia per quinto metatarso: anatomia, infortuni e trattamenti

di | Aprile 13, 2021

Un metatarso è una delle 5 ossa lunghe, che, in ciascun piede, si posizionano tra le ossa del tarso (od ossa tarsali) e le falangi prossimali (o prime falangi) di ogni dito.
In un piede umano, i metatarsi sono 5 delle 26 ossa totali (7 ossa tarsali, 5 ossa metatarsali e 14 falangi).

Per convenzione, i 5 metatarsi sono indicati con i primi 5 numeri romani, ossia I (primo), II (secondo), III, IV e V.

Il metatarso segnalato col numero I (I metatarso) è l’osso metatarsale che precede la falange prossimale dell’alluce;quello indicato col numero II (II metatarso) è l’osso metatarsale precedente la falange prossimale del primo dito del piede; il metatarso segnalato col numero III (III metatarso) è l’osso metatarsale precedente la prima falange del secondo dito; il metatarso identificato col numero IV (IV metatarso) è l’osso metatarsale antecedente la falange prossimale del quarto dito. Infine, il metatarso indicato col numero V (V metatarso) è l’osso metatarsale che precede la prima falange del quinto dito.

Fisioterapia per quinto metatarso: Il quinto metatarso è, in modo particolare, soggetto a stress.

Esso può subire fratture da distinguere in tre tipologie:

  1. Frattura traumatica: causata da un colpo diretto sulla zona del quinto metatarso. Sono soggetti a questo tipo di frattura coloro che praticano sport come  il calcio, gli sport da combattimento come il karate,MMA, kick Boxing, ecc ecc.
  2. Da strappo: è la condizione più frequente, in cui a seguito di una distorsione di caviglia si strappa una porzione parcellare dell’osso a causa della trazione del muscolo peroneo breve. Questo si inserisce proprio sulla parte sporgente dell’osso determinando una improvvisa trazione, seguita da una contrazione del muscolo nel tentativo di non arrivare ad una completa distorsione.
  3. Frattura da stress: ovvero una frattura che senza un meccanismo traumatico evidente, legata ad un disequilibrio nel processo di rimaneggiamento osseo.

L’esame diagnostico che evidenzia una frattura del quinto metatarso è la radiografia.

Nel caso di una frattura quinto metatarso da stress è possibile che il medico prescriva un ulteriore esame per approfondire. Generalmente si orienta su una Tac o una Risonanza Magnetica, che mettono in evidenza edema,e la condizione in cui versa la Testa del metatarso.

E’ bene quindi rivolgersi ad un bravo ortopedico che riuscirà a inquadrare perfettamente il problema. In base alla tipologia di frattura infatti l’ortopedico valuterà protocolli diversi:

  • Frattura composta: come in tutte le fratture del corpo umano, la cura per una frattura è l’immobilità, per facilitare la guarigione della rima di frattura. Sarà confezionato un gambaletto di gesso senza includere il ginocchio, mettendo il piede in leggera supinazione per detendere i muscoli che hanno determinato lo strappo osseo. Oggi sempre più spesso vengono utilizzati dei tutori Walker, ovvero dei tutori che limitano il movimento e facilitano la guarigione.  L’immobilizzazione dovrà essere tenuta per un periodo compreso tra le 3 settimane e le 5 settimane. E’ fondamentale in questa fase la fisioterapia per quinto metatarso, che in base al protocollo ortopedico dovrà eseguire il fisioterapista.
  • Frattura scomposta: sarà compito dell’ortopedico valutare se è il caso di intervenire chirurgicamente. Sotto un certo grado di scomposizione è bene non operare, ma se i due monconi sono molto distanti, è fondamentale ridurre la frattura mediante una vite o una placca, per ricomporre l’osso e permettere un recupero corretto. Dopo la ricomposizione sarà nuovamente confezionato un tutore gessato, o prescritto un tutore walker per immobilizzare il piede e la caviglia. I tempi di recupero variano comunque tra i 15 e i 30 giorni.

Fisioterapia per quinto metatarso:

La fisioterapia per quinto metatarso in caso di frattura solitamente si basa sull’applicazione di Magnetoterapia, elettromedicale che aiuta la formazione di callo osseo ed a aumentare il processo di guarigione. Il piede gonfio può tornare normale dopo alcuni mesi, i rimedi naturali per velocizzare questo processo sono:

  1. Applicazione di ghiaccio
  2. Bagni con acqua e sale
  3. Bacinelle con acqua calda e acqua fredda
  4. Pomate con arnica

Scopo della fisioterapia è quello di ridurre l’edema, mobilizzare la caviglia e le strutture vicine alla frattura. Inoltre sarà contestuale un recupero muscolare e alla deambulazione.

  • Prima Fase (Controllo del dolore e dell’edema): In questa fase sarà utile del linfodrenaggio per controllare l’eventuale edema di piede e caviglia. Per controllare il dolore è opportuno integrare mediante terapia manuale, Laser ad alta potenza e Tecarterapia.
  • Seconda fase (recupero del movimento e rinforzo muscolare):Scopo di questa fase riabilitativa è recuperare la deambulazione senza dolore, e non sovraccaricare la struttura appena guarita. E’ prassi comune saltare questa fase, e difatti spesso si trovano pazienti che a distanza anche di un mese continuano a zoppicare, con rischio di veder comparire dolori a ginocchio anche e colonna. Gli esercizi proposti saranno volti quindi al recupero della muscolatura del polpaccio, della coscia, ma sopratutto del piede. Attenzione particolare e raccomandazione  è quella di lavorare sulla Propriocettività, proponendo esercizi con tavoletta propriocettiva, e mettendo in difficoltà l’equilibrio del paziente alla ricerca di rinforzare i normali meccanismi di controllo del piede- caviglia.
  • Terza fase (controllo posturale):Dopo una frattura che ha interessato il piede, è frequente un disequilibrio posturale, con comparsa di dolori alla colonna, o in altri distretti.

Tavoletta propriocettiva

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Dott: Fabio marino