fisioterapia per riabilitazione del polso
Cosa c’è da sapere sulla fisioterapia funzionale per la riabilitazione del polso dopo intervento o frattura…
Fisioterapia polso: articolazione di collegamento tra mano e avambraccio. Tanto facile da infortunare, quanto da riabilitare se in buone mani.
Un argomento, quello della fisioterapia per riabilitazione polso, molto vasto da trattare, del resto sappiamo bene che il polso è il crocevia tra la mano e l’ avambraccio, che contano una percentuale di infortuni molto alta.
Cerchiamo però di elencare i motivi più importanti per cui potremmo aver bisogno di utilizzare la fisioterapia per riabilitazione al polso.
Il dolore al polso che alcune volte è legato al dolore alla mano, può essere dovuto a diverse cause come ad esempio:
traumi articolari, cause vascolari e neurologiche.
Ma, la causa più comune per cui si ricorre alla fisioterapia per riabilitazione polso sono:
le fratture,
quando cadiamo, infatti, l’ istinto è quello di proteggersi e attutire il colpo portando le mani in avanti, l’ impatto della mano sul suolo provoca nella maggior parte dei casi, fratture del polso.
Le fratture del polso sono frequenti tra gli anziani (in particolare nelle donne a causa delle loro fragilità ossea); tra i giovani, invece, queste fratture sono causate principalmente per incidenti stradali, attività sportive o cadute da grandi altezze.
Esame diagnostico di una frattura di Colles.
le fratture dell’epifisi distale del radio, sono quelle fratture che interessano la parte finale del radio.
Possono essere:
La classificazione di Cooney, è il metodo universale per classificare questo tipo di fratture che, dal punto di vista clinico è fondamentale, in quanto ci permette di identificare il tipo di trauma, il trattamento e il tipo di fisioterapia per riabilitazione polso.
La frattura più comune in assoluto è denominata frattura di Colles ed è la rottura della parte che sta tra la fine dell’ osso e la parte centrale delle ossa lunghe, come quelle presenti nell’ avambraccio.
Un’altro tipo di frattura degna di essere menzionata è quella dello scafoide, ovvero la frattura più frequente delle ossa del carpo della mano.
Come abbiamo già detto, le fratture del polso sono molto frequenti.
In base all’ entità le stesse, potranno essere trattate chirurgicamente e stabilizzate con i fili di Kirschner, placche e fissanti esterni per assicurare la stabilità dei capi articolari (per esempio nel caso di fratture scomposte o instabili).
Mentre se ci troviamo in presenza di fratture composte si utilizza un apparecchio gessato.
In tutti e due i casi dovrete seguire un iter riabilitativo, sarà quindi fondamentale, rivolgersi ad un fisioterapista per costruire un programma di fisioterapia per la riabilitazione del polso.
La parte fondamentale della riabilitazione sarà quella di contrastare la tumefazione e la rigidità di mano e polso.
Per quanto riguarda la tumefazione la cosa fondamentale da fare sarà quella di tenere la mano sollevata durante il periodo in cui il polso sarà bendato o ingessato.
Mentre, per quanto riguarda la rigidità, potrà essere migliorata effettuando piccoli esercizi attivi e passivi che consiglierà il fisioterapista (anche da fare a casa).
Sarà inoltre fondamentale conservare la funzionalità della mano cercando di effettuare attività leggere di vita quotidiana come utilizzare la forchetta, lavare i denti, vestirsi, ecc..
Si ricorre alla chirurgia quando le fratture del polso si classificano come scomposte e instabili.
Per garantire la stabilità ed evitare che l’ osso si consolidi male, vengono inseriti o un filo percutaneo o una placca.
Se la frattura guarisce male,il rischio è quello di avere una deformità estetica e/o un deficit funzionale.
Subito dopo l’intervento chirurgico, la fisioterapia per riabilitazione polso prevede di adottare quei trattamenti che vanno immediatamente a ridurre il gonfiore ed il dolore.
Per esempio l’ applicazione del protocollo RICE e, come abbiamo anticipato nel capitolo precedente, piccoli movimenti delle dita (dove possibile).
Una volta rimosso il bendaggio o il tutore fisso si possono effettuate delle terapie antalgiche e antiinfiammatorie, come:
Dopo circa 6-8 settimane dall’ intervento, la frattura sarà salda e sarà dunque necessario implementare gli esercizi di mobilizzazione attiva assistita per guadagnare mobilità nel polso.
Dalla 12esima settimana dall’ intervento potremo cominciare a svolgere esercizi di rinforzo muscolare, in aggiunta agli esercizi di mobilizzazione attiva dell’articolazione.
Il recupero della mobilità e il rinforzo muscolare sono gli obiettivi più importanti della riabilitazione e possono essere ottenuti anche con esercizi che prevedono l’utilizzino della plastilina.
Le fratture del polso classificate come composte e stabili in genere vengono trattate con apparecchi gessati, che vengono tenuti per circa 30/40 giorni.
In questa fase, nonostante l’ immobilizzazione, è consigliato muovere la spalla, il gomito e le dita per contrastare il congelamento delle articolazioni e per evitare problemi di funzionalità della mano.
L’idrokinesiterapia è un ottimo approccio per la riabilitazione e rieducazione del polso.
L’ acqua è un ambiente particolarmente indicato per la riabilitazione.
Quando muoviamo un’articolazione sott’ acqua, non abbiamo un carico che ci pesa come quando siamo all’ asciutto, dunque, i movimenti che faremo saranno esenti da carico articolare. Inoltre se l’ acqua è calda (attorno ai 34° gradi), i movimenti risulteranno più facili da svolgere, grazie all’ effetto miorilassante del caldo.
Proprio per questo motivo, appena rimosso l’ apparecchio gessato o i punti si consiglia di eseguire dei bagni in acqua calda e sale anche a casa, eseguendo dei piccoli movimenti come l’ apertura e la chiusura della mano o come la flessione e l’ estensione del polso.
Una delle domande più frequenti che mi viene posta riguarda la frequenza con cui svolgere gli esercizi.
Detto questo vi lascio, comunque un consiglio:
Tendenzialmente, ai miei pazienti do degli esercizi da fare a casa, in aggiunta a quelli che fanno in studio; dovranno svolgerli due/tre volte al giorno e li eseguiranno in una bacinella riempita con acqua calda e sale grosso.
Di norma, invece, gli esercizi di mobilizzazione attiva e passiva fuori dall’ acqua li faranno in studio, sotto la mia supervisione, così come le terapie non manuali (ovviamente).
In una prima fase, chiedo di venire in studio con cadenza giornaliera, per poi decrescere fino alla guarigione completa. Questo mi da modo di diversificare le sedute e di utilizzare metodologie differenti sia per ottimizzare l’ intervento terapeutico che per non annoiare il paziente.
Sappiamo bene quanto la monotonia renda difficile essere costanti, per questo motivo, ma non solo, preferisco aggiungere un lavoro diverso ogni giorno, che sia una terapia manuale o meno.
Ovviamente, questo è il mio modo di operare, il protocollo di altri colleghi potrebbe discostare sia, in termini di numero di sedute, che nella frequenza con cui vi vedranno in studio.
Sia che la causa del problema al vostro polso sia dovuto a cause neurologiche o che sia dovuto ad un trauma con conseguente frattura, la fisioterapia per riabilitazione polso, dovrà essere concordata con un medico, un fisiatra o un fisioterapista.
Vi assicuro che Attenendovi alle indicazioni eviterete spiacevoli conseguenze.
In linea di massima le indicazioni che vi daranno non si discosteranno molto da quello che avete letto in questo mio articolo.
Potrebbero esserci dei casi particolari, ma a meno che non ci siano delle indicazioni da parte del chirurgo o dall’ ortopedico, tutto quello che potrebbero indicarvi, lo ritrovate nelle mie indicazioni.
Detto questo, saremo lieti di rispondere ad ogni domanda. Inoltre se vuoi ricevere più dettagli a riguardo della fisioterapia per la riabilitazione polso, o per prenotare una valutazione fisioterapica scrivimi cliccando QUI
Dott. Fabio Marino
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