Scopri le potenzialità dell’isocinetica utilizzata in fisioterapia per la riabilitazione ortopedica…
Come usare l’isocinetica in fisioterapia per la riabilitazione
Ti stai chiedendo come utilizzare le diverse modalità operative durante un allenamento all’ isocinetica? Impariamo a cosa servono i differenti tipi di contrazione per utilizzare al meglio questo macchinario e ottimizzare la riabilitazione del tuo assistito. Analizziamo quando e perchè utilizzare una modalità operativa piuttosto che un altra in un allenamento su questo macchinario.
Utilizziamo la modalità concentrica sull’isocinetica quando vogliamo andare a migliorare il trono-trofismo del gruppo muscolare preso in considerazione. Creare dunque un effetto di crescita muscolare.
La modalità concentrica è utilizzata per migliorare la forza in tutto l’arco di movimento preso in considerazione. La andremo ad utilizzare in tutto l’arco di movimento consentito o solo nei gradi in cui vogliamo migliorare la forza, sulla base del test fatto nella prima seduta.
Con l’isocinetica utilizziamo la modalità eccentrica quando vogliamo mantenere il tono-trofismo muscolare e ottenere in contemporanea un allungamento del muscolo. Utilizziamo questa tipo di lavoro per esempio in presenza di tendiniti croniche. Parliamo in questo caso di vaccinazione eccentrica. In questa maniera possiamo ottenere un tipo di contrazione puramente eccentrica a velocità angolari basse e con carichi non massimali. Cosa che non è mai possibile in un allenamento con i classici macchinari da palestra. Possiamo dunque chiedere al nostro assistito di non spingere con la sua tutta la sua forza, ma di dare al macchinario il giusto l’input e mantenerlo per tutto l’arco di movimento richiesto. In questa maniera ottengo contemporaneamente un incremento della forza e un allungamento del muscolo.
Utilizziamo questo tipo di contrazione per tutte le persone che fanno sport caratterizzati da cambi di direzioni, accelerazioni e decelerazioni improvvise, salti ed atterraggi.
Utilizziamo l’ isometrica quando vogliamo andare a creare un effetto ipertrofico e un aumento del picco di forza solo nell’angolo preso in considerazione o comunque in un intervallo attorno a quell’angolo. Per sua natura l’ isometrica può essere utilizzata nel primo post operatorio, quando l’obiettivo è recuperare il tono muscolare a gradi consentiti dall’articolazione, ma non in tutto l’arco di movimento. Anche in questo caso, il macchinario verrà impostato in quei gradi in cui l’articolazione è risultata più debole, sulla base del test effettuato.
Utilizziamo la modalità passiva quando vogliamo andare a recuperare gradi nell’articolazione considerata. Dopo aver valutato i gradi di movimento consentito, posso impostare il macchinario 3-5 gradi angolari in più rispetto alla soglia del dolore; andiamo dunque a lavorare leggermente sopra soglia.
Dopo qualche minuto il muscolo acquisterà elasticità e quell’arco non sarà più doloroso per il paziente. Possiamo dire di aver recuperato 3-5 gradi in quella seduta e aumentare gradatamente nelle sedute successive o anche durante la seduta stessa.
Utilizziamo la forma passiva con l’isocinetica sopratutto quando il paziente ha necessità di essere mobilizzato per un tempo lungo, cosa che potrebbe essere fatta a mano dall’operatore ma sicuramente in maniera molto meno precisa.
La modalità passiva permette anche al paziente di esprimere una forza, sia nella stessa direzione, dunque in concentrica, che in direzione opposta, dunque in eccentrica, mentre il braccio meccanico continuerà a muoversi in maniera passiva.
Realizzabile solo con l’isocinetica, questo tipo di lavoro muscolare permette al paziente di sviluppare una forza non massimale a velocità costante, mentre contemporaneamente il gruppo muscolare viene allungato in modo passivo. Questa modalità ci permette di ottenere una vaccinazione eccentrica, in quanto il muscolo sarà attivo, ma in allungamento. In questo modo otteniamo l’effetto di mantenere il tono muscolare, ma allo stesso tempo allungare e dare elasticità. Questo tipo di lavoro stimolerà la produzione delle fibre satellite all’interno del muscolo, ovvero quelle cellule non ancora differenziate, andando a creare nuovi sarcomeri in serie e quindi ad allungarlo.
Tutti noi sappiamo quanto siano fastidiose le tendiniti e quanto sia difficile mantenere i risultati ottenuti. Un muscolo che soffre di tendinite deve contemporaneamente rinforzarsi ma essere allungato. Dunque come fare?
Con la forma forma di lavoro andiamo a diminuire la resistenza e la trazione del tendine nel suo punto di inserzione sull’osso. Ecco perché questa modalità ci permette di lavorare su tendiniti non in acuto dopo un percorso di fisioterapia classico.
Risolta l’infiammazione è tempo di non farla ritornare!!! Questo è il modo più efficace che ho potuto utilizzare nei miei anni di lavoro per mantenere i risultati nel lungo periodo.
L’isometrico e il concentrico, per loro natura, hanno come caratteristica quella di migliorare la forza e il trofismo muscolare, ma nel contempo hanno una tendenza all’accorciamento delle fibre. Questo tipo di lavoro invece non permette l’accorciamento perché si ha contemporaneamente una contrazione e un allungamento del muscolo. Questa caratteristica ci permette di lavorare su tutti quei muscoli rigidi o corti che devono essere allungati e allo stesso tempo devono migliorare il tono muscolare.
Sulle tendiniti, con l’isocinetica, non posso usare lavori di tipo isometrico o concentrico perché hanno come effetto finale quello di creare un accorciamento e dunque aumentare le resistenze sul passaggio tra osso e tendine. L’eccentrico, invece, va ad incrementare l’ attivazione delle fibre satellite e stimolare la creazione di nuovi sarcomeri in serie. Questo ha come effetto finale quello di aumentare l’elasticità e allungare il muscolo. Diminuiscono dunque le resistenze del tendine sull’osso. Ecco perché è consigliato questo tipo di lavoro sulle tendini.
Con questa modalità, in questi anni, abbiamo ottenuto grandi risultati e curato numerose persone. Se vuoi saperne di più ti consiglio un arto articolo sull’argomento che potrai leggere cliccando qui.
Ora che hai capito come lavorare e quali modalità utilizzare puoi sbizzarrirti a creare programmi di allenamento utili per il tuo paziente. Vedrai giorno dopo giorno i miglioramenti e potrai monitorarli con dei numeri oggettivi. Sarà gratificante anche per tutti e due vedere sul monitor le cifre che si alzano e insieme avrete la sicurezza di andare nella giusta direzione.
Si vedono troppo spesso fisioterapisti che impostano il percorso basandosi più sulle proprie impressioni, che su dati oggettivi. Con l’utilizzo di questo fantastico macchinario, che pochi centri possono dire di avere, il percorso riabilitativo è sempre monitorato.
Un atleta tornerà sul capo solo quando il test avrà dato un risultato ottimo. Non corriamo il pericolo, quindi, di farlo giocare a rischio di un nuovo infortunio.
Per qualsiasi dubbio sull’isocinetica o sul tipo di allenamento da proporre puoi contattarmi scrivendo qui
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