Come diagnosticare i disturbi cranio mandibolari? Scoprilo in questo articolo!
I disordini cranio-mandibolari racchiudono numerose patologie a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, dei muscoli masticatori o di entrambi i distretti.
Vediamo ora qual è il percorso da seguire per una corretta diagnosi
La diagnosi deve essere effettuata in tre passaggi:
- Formulare un’ipotesi dall’anamnesi
- Esame clinico/strumentale
- Integrazione anamnesi-referti clinici
Anamnesi, esame obiettivo, esame strumentale nei disordini cranio-mandibolari
Anamnesi
Deve essere completa ed esaustiva, deve indagare il tipo di dolore, i fattori scatenanti e tutto quello che può essere correlato al disturbo.
Esame clinico
L’esame clinico per i disordini cranio-mandibolari comprende l’analisi:
- Dei movimenti mandibolari
- Dell’articolazione temporo-mandibolare
- E infine dei muscoli masticatori
1.Per quanto riguarda l’analisi dei movimenti mandibolari, si valuta la simmetria del movimento sia in apertura che in protrusione e lateralità.
Possiamo trovarci davanti a due situazioni: la presenza di una deviazione o di una deflessione.
Si definisce deviazione lo spostamento verso destra o sinistra della mandibola durante l’apertura senza che poi si riporti verso la linea mediana. È data da un ostacolo non superabile all’interno del condilo ed è omolaterale alla deviazione stessa.

Disturbi cranio-mandibolari: Deflessione
La deflessione è invece uno spostamento della mandibola verso destra o sinistra durante il movimento di apertura per poi riportarsi verso la linea mediana.
Si misura poi l’apertura della bocca a partire dal bordo degli incisivi; nel soggetto sano è di circa 3 dita. L’apertura passiva si ottiene forzando con il pollice e l’indice dell’operatore dopo che il paziente ha raggiunto il massimo dell’apertura volontaria. Normalmente la incrementa di 2/3 millimetri. Si misurano la protrusione e la lateralità nello stesso modo della precedente. Le misurazioni vengono effettuate con calibro o righello.
Riassumendo…
MUSCOLARE
End feel molle
Apertura passiva elevata
Raramente devia in apertura
Protrusione normale
Lateralità normale
ARTICOLARE
End feel duro-elastico
Apertura passiva limitata
Devia in apertura
Devia in protrusione
Lateralità controlaterale ridotta
2.analisi delle articolazioni temporo-mandibolari
Palpazione: occorre utilizzare una scala numerica di valutazione sia per le articolazioni che per i muscoli (0 nessun dolore – 1 sensibilità alla pressione – 2 dolore – 3 forte dolore con riflesso protettivo)
Come effettuare la palpazione?
Imprimendo una forza di circa 800 g ed effettuando una pressione statica e bilaterale.
Analisi delle ATM e dei muscoli masticatori nei disturbi cranio-mandibolari
3.analisi dei muscoli
Occorre valutare:
- Consistenza del muscolo
- Volume massa muscolare
- Tono muscolare
- Punti trigger
La forza applicata è di circa 2 kg per i muscoli extraorali mentre è solo di 1 kg per quelli intraorali. Si utilizza la tecnica di piatto o bi-digitale; in entrambi i casi si comincia dall’inserzione e si esegue col muscolo a riposo. I muscoli che andremo a testare sono dunque il temporale, il massettere, lo pterigoideo mediale, i sovraioidei e lo sternocleidomastoideo.
A questo punto possiamo procedere con il trattamento fisioterapico che puoi leggere in questo articolo.
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Dott. Fabio Marino