strappo muscolare cos'è e come curarlo

Strappo muscolare cosa è, come curarlo

di | Dicembre 20, 2022

Gli strappi muscolari sono lesioni delle fibre che si presentano spesso nelle persone che svolgono un’attività sportiva soprattutto nei casi di sovraccarico o allenamento senza riscaldamento preventivo.

Tutti i muscoli del corpo possono subire strappi muscolari anche se i più colpiti sono quelli delle gambe come flessore, bicipite, quadricipite, femorale, gemello e adduttore. Mentre quando accade negli arti superiori può riguardare il tricipite brachiale, il pettorale oppure il deltoide. In rari casi si può verificare uno strappo muscolare nel distretto addominale oppure nei muscoli della colonna vertebrale come muscolo ileocostale, muscolo lunghissimo e muscolo spinale.

Cos’è lo strappo muscolare

Lo strappo muscolare riguarda solamente le fasce muscolari scheletriche quindi i muscoli striati volontari che consentono di mantenere una corretta postura del corpo e di eseguire i movimenti.

I muscoli scheletrici si presentano con forme e dimensioni differenti, quelli più grandi sono costituiti da innumerevoli fibre che possono rompersi determinando lo strappo muscolare.

Le fasce muscolari sono in grado di allungarsi e accorciarsi grazie alle proprietà elastiche che le contraddistinguono, se i muscoli non sono allenati o preparati all’attività sportiva tramite appropriato riscaldamento, possono verificarsi strappi muscolari. Maggiore è la tensione e peggiore sarà la lesione. Il fisioterapista, dopo adeguata visita ed eventuali esami diagnostici, può stabilire la gravità della situazione e stabilire un programma riabilitativo per ripristinare la corretta funzionalità muscolare.

Tipologia di strappi muscolari

Gli strappi muscolari possono essere di diverso tipo e sono classificati per gradi a seconda delle fibre che sono state danneggiate ma anche del calo di flessibilità e di forza avvertita dal soggetto.

Classifica gli strappi dei muscoli:

  • I grado. Si tratta di uno strappo muscolare che si presenta con una quantità bassa di fibre coinvolte. La forza e la flessibilità del paziente non diminuisce e il dolore è lieve tanto da consentire il proseguimento dell’attività fisica. Negli strappi muscolari di primo grado con un numero di fibre coinvolte è minore al 5% e viene definita “distrazione muscolare”.
  • II grado. In questo caso la percentuale di fibre muscolari coinvolte sono tra il 5 e il 50%. Il dolore è elevato e spesso si nota un ematoma esterno ma interno. Il paziente lamenta una perdita notevole di forza e il movimento è quasi impossibile, l’attività sportiva non può essere continuata. Il muscolo a riposo risulta rigido con forte dolore.
  • III grado. Le fibre muscolari presentano una rottura pari ai ¾ del totale con un dolore intenso, movimenti impossibili oltre a un evidente ematoma e gonfiore. In questo caso è necessario agire chirurgicamente.

Come si cura lo strappo muscolare

Per ripristinare la funzionalità muscolare in seguito a un evento traumatico è necessario l’intervento sinergico di medico e fisioterapista. Entrambi collaborano per valutare la situazione iniziale e stabilire la cura e gli esercizi, manovre o trattamenti per strappi muscolari atti a facilitare la guarigione della fascia muscolare danneggiata.

La fisioterapia per strappo muscolare si suddivide, solitamente, in 2 step

  1. Il primo step prevede il trattamento della fase acuta dello strappo muscolare tramite P.R.I.C.E acronimo che sta a indicare 5 passaggi fondamentali:
  • Protezione della lesione muscolare con apposita imbottitura;
  • Riposo per facilitare la rigenerazione del muscolo;
  • Ice, applicazione del ghiaccio che stimola la vasocostrizione alleviando il dolore e l’infiammazione;
  • Compressione tramite fasciatura per una lieve riduzione del sangue nella zona colpita favorendo, inoltre, il drenaggio dei liquidi;
  • Elevazione dell’arto colpito da strappo muscolare per favorire la circolazione sistemica.
  1. Il secondo step permette al fisioterapista di intervenire con la riabilitazione tramite il trattamento fisioterapico adeguato alla tipologia di lesione. Il professionista può ritenere opportuno di utilizzare particolari terapie fisiche tra cui:
    • tecarterapia;
    • TENS;
    • onde d’urto;
    • laserterapia;
    • kinesio taping;
    • magnetoterapia;
    • ipertermia;
    • ultrasuoni.

È molto importante intervenire tempestivamente per evitare peggioramenti della lesione.

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