tecarterapia potenza ed effetti

Tecarterapia potenza ed effetti sul corpo

di | Aprile 13, 2021

Scopri in questo articolo come regolare la potenza della tecarterapia e quali possono essere gli effetti della tecar sul corpo umano.

Ma prima di entrare nel nuovo argomento, rivediamo brevemente come funziona la tecarterapia, in quali patologie può essere utile. Poi spiegheremo come decidere di regolare la potenza durante la seduta.

Cosa significa Tecar?

Tecar è semplicemente un acronimo che sta a significare trasferimento energetico capacitivo e resistivo.

In poche parole questo elettromedicale si avvale dello spostamento di cariche elettriche,  le quali, grazie all’attrito che generano tra loro, stimolano i tessuti producendo calore direttamente dall’interno di essi. Così facendo viene generata una vasodilatazione e quindi un maggior afflusso di sangue nella zona trattata.

Grazie a questo maggior afflusso di sangue vi è l’eliminazione dei cataboliti (prodotti di scarto) e un maggior apporto di ossigeno e di sostanze nutritive che servono al tessuto per guarire velocemente. Ma non finiscono qui gli effetti della tecarterapia; infatti, grazie ad una accelerazione del metabolismo, dovuto all’incremento di ioni, aiuta ad eliminare l’infiammazione più velocemente, e a sua volta il dolore.

Tecarterapia: patologie e potenze 

Le patologie trattabili tramite tecarterapia sono moltissime, può essere utilizzata sia in fase acuta che cronica con modalità differenti.

Quello che differenzia il funzionamento della tecar tra una fase acuta e una cronica, è solamente la potenza

  • Non ci sono programmi pre-impostati
  • Le frequenze di emissioni non variano

Girando il pomello presente sulla tecar, si può aumentare o diminuire la capacità di richiamare, nella zona del corpo che si sta trattando, una quantità maggiore o minore di ioni, le particelle dotate di carica elettrica necessarie alla rigenerazione del tessuto.

Tecarterapia: potenza in fase acuta

Nella fase acuta utilizzeremo la tecar a bassissime potenze che, in gergo tecnico si dice microcircolo o in atermia. In base alla problematica del nostro paziente si potrà decidere di utilizzare, sia l’elettrodo resistivo (elettrodo non isolato), che andrà ad agire sui tessuti più resistenti (quali tendini, legamenti, fibrocartilagini, ossa, nervi e tessuti profondi), sia il capacitivo (elettrodo isolato con ceramica) che agirà sui tessuti più molli e superficiali, quali muscoli, cute, vasi sanguigni e linfatici.

Tecnicamente si dice in microcircolo perché si lavora solo sui vasi sanguigni di piccolo calibro come il circolo capillare. E si dice in atermia perché non si dovrebbe percepire sulla cute l’incremento di calore. (In realtà, proprio per lo spostamento di cariche ioniche che si crea, un minimo di calore viene sempre prodotto).

Tecarterapia: potenza in fase cronica

Principalmente quando lavoro su un caso in cronica, ovvero, quando ho la necessità di risvegliare il metabolismo. L’aumento notevole di cariche ioniche, sangue, ossigeno e nutrienti, nella zona da trattare creano una sorta di shock termico e metabolico. Si tratta di uno shock vero e proprio perché stiamo lavorando su un tessuto che ormai funziona male o si stava avviando gradualmente verso la morte cellulare.

I casi principali in cui si può aumentare la potenza per svegliare metabolismo e apportare sangue ricco di sostante indispensabili alla rigenerazione cellulare sono:

  • Patologie croniche
  • Tessuti muscolari cicatriziali
  • Forti o vecchie contratture muscolari non curate
  • Calcificazioni
  • Rigidità articolari
  • Fibrosi tessutali
  • Impotenza funzionale (perdita graduale di forza e/o mobilità).

Su questi tipi di problematiche andremo a lavorare principalmente con una potenza che favorisce la vasodilatazione! Come? Impostando la tecar su una potenza medio-alta, ciò vuol dire che la percezione che dovrà avere il paziente (e il fisioterapista sotto le mani) sarà di calore localizzato nella zona che si sta trattando.

Per tutte le patologie elencate che comportano il trattamento di un tessuto “resistente” (es. calcificazioni, fibrosi, contratture muscolari) il nostro lavoro sarà per il 90% svolto tramite l’elettrodo resistivo in vasodilatazione. Il restante tempo (inizio e fine seduta) verrà utilizzato per lavorare a bassa potenza, in microcircolo, con l’elettrodo capacitivo.

Ricordiamo infine che il terapista, per sfruttare al meglio gli effetti della Tecarterapia, oltre ad utilizzare elettrodi e potenze dell’elettromedicale in modo adatto, dovrà impegnarsi nel massaggiare la cute del paziente per favorire:

  • il rilascio della muscolatura
  • l’eliminazione dei cataboliti
  • l’apporto di ossigeno e sostanze nutritive

Se vuoi ricevere più dettagli sulla tecarterapia, le potenze e gli effetti sul corpo umano, puoi scrivermi dal form del nostro sito dei Centri Kinesis Sport.

Dott. Fabio Marino

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