In questo articolo parliamo dello sviluppo e del trattamento della gotta
La caratteristica patologica principale è il deposito cronico di cristalli di acido urico, che sono presenti in una concentrazione elevata. La strategia di trattamento principale si basa sulla dissoluzione di tali cristalli.
L’iperuricemia può derivare da una sovrapproduzione di acido urico dal metabolismo epatico, oppure, più frequentemente, da una sua ridotta secrezione renale o extra renale. La causa della formazione dei cristalli non è ancora ben chiara, ma sono stati studiati dei fattori contribuenti come la solubilità dell’acido urico, la temperatura, il pH, la concentrazione e la componente della matrice cartilaginea.
La presenza dei cristalli può innescare una risposta acuta, con la produzione di cellule infiammatorie. Se non si interviene in tempo con una terapia, la gotta peggiora e si manifesta in fase avanzata con lo sviluppo dei tofi e l’erosione ossea. Ciò può avvenire anche dopo più di 10 anni dalla presentazione iniziale della malattia.
Nei paesi più sviluppati, l’incidenza della gotta è del 3-6% negli uomini e 1-2% nelle donne; queste percentuali sono attualmente in crescita. La probabilità di sviluppare la gotta cresce con l’aumentare dell’età fino ai 70 anni. Nei paesi in via di sviluppo, la percentuale è minore (meno dell’1%). Alcuni studi dimostrano che alcune etnie abbiano un’incidenza della malattia elevata, come alcune popolazione aborigene (i Maori o gli abitanti di alcune isole neozelandesi e taiwanesi). Vi è infatti una certa predisposizione genetica alla malattia.
Ad esempio, è comune che essi abbiano l’ipertensione, siano obesi o soffrano di diabete, problemi renali o cerebrovascolari. Ci sono alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare la gotta: l’abuso di alcol, bevande zuccherate, carne rossa e frutti di mare.
Curiosamente, alcuni studi hanno però evidenziato come la gotta sia associata ad un rischio ridotto di problemi neurologici come morbo di Parkinson, di Alzheimer o demenza, ma la correlazione della concentrazione dell’acido urico con tali patologie non è ancora chiara.
Il periodo asintomatico in cui è presente solo iperuricemia può durare una o due settimane, con risoluzione dell’infiammazione. Quando gli episodi infiammatori diventano più frequenti, possono colpire più articolazioni, coinvolgendo anche quelle degli arti superiori. In fase avanzata, compaiono i tofi e danni strutturali alle articolazioni, il dolore articolare diventa cronico e limitante. In caso di presentazione clinica atipica, invece, l’infiammazione e i tofi possono colpire altre zone corporee: organi come occhi e naso, o altre articolazioni non periferiche, come quelle della colonna vertebrale.
Intorno all’articolazione possono anche instaurarsi borsiti e tendiniti. Prima che l’infiammazione diventi conclamata, possono comparire anche degli altri segni e sintomi come senso di fastidio o formicolio. In fase acuta, il dolore è percepito come bruciante e può essere associato a sensazione di tensione alle articolazioni. Non è infrequente la presenza dei sintomi durante la notte.
Ciò porta ad una difficoltà nel cammino, accentuata dalla presenza dei noduli sottocutanei, i tofi. Essi, oltre alla zona dei piedi, si formano spesso anche alle articolazioni delle mani e dei gomiti.
Inoltre, possono essere presenti segni di infiammazione sistemica, come la febbre.
Si può verificare tramite un’analisi microscopica del liquido sinoviale o del materiale locale. Al contrario, il riscontro di iperuricemia da solo non è sufficiente per poter fare una diagnosi di gotta. Alle analisi del sangue, in fase di infiammazione acuta può essere rilevato un valore di proteina C reattiva elevato.
Possono essere richieste anche TAC o ecografie per analizzare la presenza dei cristalli di acido urico.
Lo specialista dovrà comunque effettuare una diagnosi differenziale per escludere altre patologie con manifestazioni simili, come varie forme di artriti (artrite settica, psoriasica, reumatoide, osteoartrite).
Nell’immediato è necessario agire per ridurre il dolore ed il gonfiore e dare subito benefici al paziente. L’applicazione di ghiaccio è utile per disinfiammare l’area colpita in fase acuta, mentre il calore, se ben dosato, può essere utile nel facilitare l’allungamento muscolare. Ti consiglio di mettere dei sacchetti del ghiaccio apposta di fisioterapia che potrai riutilizzare tipo questo.
I FANS potrebbero però essere controindicati in pazienti con problemi renali, cardiovascolari o gastrointestinali. La terapia con cortisonici viene solitamente utilizzata in soggetti affetti da più patologie concomitanti. Se il problema riguarda solo una o due articolazioni, possono essere proposti corticosteroidi intrarticolari, altrimenti si preferisce una terapia orale.
Solitamente, tale terapia viene intrapresa entro due settimane dall’attacco acuto infiammatorio e può continuare anche per mesi, finchè la concentrazione desiderata non viene raggiunta.
Esistono diversi farmaci utilizzati per tale obiettivo, in particolare degli inibitori della produzione dell’acido urico, dei farmaci che ne normalizzino la secrezione renale, o che facilitino la conversione di urato in sostanze più solubili. Dall’inizio di questo trattamento, la terapia antinfiammatoria è raccomandata almeno per sei mesi.
E’ importante, ad esempio, tenere sotto controllo il peso e curare la dieta. La corretta alimentazione ha un ruolo importante sia nello sviluppo che nell’evoluzione della gotta. L’alimentazione squilibrata è un fattore predisponente: è sconsigliata una dieta ricca di carne, frattaglie, ma anche di dolci e alcolici. Sono indicati invece frutta e verdura, latticini, carni bianche e alcuni pesci.
La riduzione del peso ha, già di per sé, un modesto effetto di riduzione dell’acido urico. Talvolta, in caso di obesità, può essere necessario un intervento bariatrico.
La patologia, però, essendo di natura reumatica, può avere delle indicazioni fisioterapiche variabili da caso a caso, in base alle articolazioni affette. In particolare, la fisioterapia può aiutare nel recupero delle funzionalità articolari limitate dalla gotta. Se nella fase acuta può essere opportuno del riposo, terminato l’attacco è importante una pronta riabilitazione.
Se nella prima fase riabilitativa la presenza del fisioterapista è indispensabile, nelle fasi successive esso può diventare solo un supporto all’esecuzione del programma di riabilitazione, che verrà effettuato prevalentemente in autonomia.
Per la buona riuscita del trattamento, farmacologico e fisioterapico, è fondamentale la compliance del paziente: è infatti indispensabile la prosecuzione delle terapie impostate per tutto il periodo indicato dagli specialisti.
Co-autrice: Dott.ssa Ft Dalila De Blasio
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