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Dolore alla pianta del piede: quali sono le cause e i trattamenti

di | Aprile 13, 2021

Dolore alla pianta del piede…cosa potrebbe essere?

Il dolore alla pianta del piede è una sintomatologia che si presenta di frequente, soprattutto in soggetti che indossano abitualmente scarpe antinfortunistiche, calzature sbagliate o passano diverse ore della giornata in piedi. Si manifesta inoltre tra gli sportivi, dove è causata dalla ripetizione continua di eccessivi sovraccarichi a livello podalico, o in persone che soffrono di sovrappeso, donne in gravidanza e soggetti affetti da altre patologie del piede.

Le condizioni elencate sopra possono causare alla pianta del piede diverse problematiche dolorose quali:

-Trigger Point e contratture della fascia del piede;

-Sperone calcaneare che può portare ad avere dolore nella zona del tallone ma anche nella pianta del piede;

-Fascite plantare

Un’ulteriore causa di dolore alla pianta del piede potrebbe essere una frattura o micro-frattura delle ossa metatarsali.

Indagine strumentale in caso di dolore alla pianta del piede

L’ecografia muscolo scheletrica risulta particolarmente utile nello studio dell’integrità della fascia plantare e del tendine d’Achille. Essa può rivelare la presenza di sperone calcaneare e deformità di Haglund.

Si tratta di un esame dotato di un’ottima accuratezza oltre che di facile reperibilità, rapida esecuzione, indolore e che non espone il paziente a radiazioni ionizzanti.  Nel caso in cui l’indagine dovesse essere più focalizzata alla struttura ossea una radiografia potrà evidenziare eventuali anomalie.

Che cosa fare una volta evidenziato il problema?

Come prima cosa è importante rivolgersi ad una figura medica, possibilmente uno specialista del piede, che possa valutare le indagini strumentali fatte e la struttura del piede, capendo qual’è la via migliore per il paziente.

Cosa sono i Trigger Point o contratture muscolari alla pianta del piede?

Per rendere più chiara la definizione, basti immaginare il muscolo, come un insieme di corde,che grazie al loro accorciamento (contrazione muscolare) muovono segmenti ossei. Il Trigger point lo si deve immaginare come un nodino su una o più fibre muscolari, che è percepibile da esterno mediante la palpazione, e che se stimolato evoca un dolore sul punto, ma soprattutto a distanza,evoca dolore in una zona irradiata. Per questo molto spesso le persone riferiscono dolore che può essere scambiato per altre patologie che hanno a loro volta irradiazione simile.

Il Massaggio è forse la tecnica più antica, che permette di manipolare il tessuto muscolare. Come regola generale il massaggio non deve provocare dolore eccessivo ma più un fastidio che il paziente riferisce come un “dolore piacevole”.  Sarà fondamentale l’esperienza del fisioterapista nello sceglie la zona oggetto del massaggio per poter colpire con più probabilità la zona in cui è presente il Trigger Point ed eliminare la sintomatologia dolorosa.

Cos’è lo sperone calcaneare?

La spina calcaneare (o sperone) è una esostosi, cioè una neoformazione benigna di osso, situata nella zona inferiore del tallone. Generalmente, si forma a livello mediale del calcagno, nel punto in cui ha origine la fascia plantare e causano dolore a quest’ultima e al tallone.

Spesso la soluzione al dolore da sperone calcaneare sono le onde d’urto, le quali sono utilizzate nel caso di fascite plantare cronica associata o meno a spina calcaneare. L’energia meccanica generata dalle onde d’urto crea una forte angiogenesi della zona trattata con conseguente riduzione dell’infiammazione e del dolore.
Nei pazienti più gravi con dolore cronico, quando la fisioterapia non dà i benefici sperati, si può intervenire chirurgicamente.

Che cos’è la fascia plantare?

La fascia plantare è formata dal legamento arcuato (o aponeurosi plantare), che è una robusta fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita. Questo legamento gioca un ruolo molto importante nella trasmissione del peso corporeo al piede durante la deambulazione e la corsa.

In particolare, quando il piede si eleva sulle punte staccando il tallone dal suolo (gesto tipico della corsa e del salto) l’aponeurosi plantare subisce una distensione.

Quando il medico diagnostica una fascite plantare significa che il legamento arcuato si è infiammato a causa dell’eccessivo utilizzo. Nella fase precoce, la fascite plantare tende a coinvolgere l’inserzione di questo legamento a livello calcaneare causando dolore in quest’area. Successivamente il dolore tende a spostarsi verso l’avampiede migrando lungo tutta la pianta e risparmiando soltanto la punta delle dita (falangi distali del piede). Si presentano inoltre casi in cui la fascite plantare si riscontra successivamente alla presenza di speroni calcaneari che vanno ad “irritare” la zona inserzionale del legamento arcuato.

Legamento arcuato infiammato nella fascite plantare

Abbiamo visto come i sintomi tipici della fascite plantare siano causati dalla ripetizione continua di microtraumi che si ripercuotono sulla fascia “sfibrandola” poco a poco. Alla base di questa degenerazione vi è la perdita di elasticità del legamento associata ad un suo eccessivo accorciamento. Ogni volta che estendiamo dorsalmente il nostro piede sollevandoci sulle punte l’aponeurosi plantare viene stirata. L’entità di questo stiramento è tanto maggiore quanto più lo stacco è vigoroso.

Le lesioni dei legamenti sono tanto più probabili quanto più velocemente viene applicata la forza di trazione. Per questo motivo in seguito ad una forte azione di spinta sull’avampiede può verificarsi una rottura di alcune fibre che formano la fascia (a causa dell’eccessivo allungamento). Queste lesioni solitamente sono impercettibili e per nulla gravi ma necessitano di tempi piuttosto lunghi per essere riparate. A questo punto appare piuttosto evidente come la ripetizione continua di microtraumi causi a lungo andare una degenerazione del legamento dando origine alla fascite plantare. Il punto più sensibile a questo tipo di lesioni è l’inserzione calcaneare dell’aponeurosi che dopo la degenerazione tende ad infiammarsi causando il caratteristico dolore nella regione mediale (interna) del calcagno.

Durante il riposo notturno si verifica la situazione opposta: le punte dei piedi sono rilassate e tendono a guardare verso il basso.

Di conseguenza il legamento arcuato tende ad accorciarsi. Al mattino, non appena ci si alza dal letto i piccoli movimenti del piede richiedono un allungamento del tessuto fibroso che tende tuttavia a rimanere contratto causando dolore. Lo stesso movimento piano piano stimola l’allungamento dell’aponeurosi plantare favorendo la regressione del dolore.

Dolore alla pianta del piede: qual’è l’epidemiologia della fascite plantare?

La fascite plantare è la prima causa in assoluto di dolore al tallone ed è una delle patologie di più frequente riscontro negli studi di medici fisiatri ortopedici.

Si stima che tra il 4% e il 7% della popolazione sia affetto da un dolore al tallone (tallonite), e, tra questi, circa l’80% sono dovuti alla fascite plantare. Circa il 10% delle persone sono destinate a soffrire di dolore da fascite plantare durante il corso della propria vita. L’età di insorgenza dei sintomi è solitamente compresa tra i 30 e i 60 anni di età.

Come già accennato, si tratta di una patologia particolarmente frequente nel mondo dello sport, in particolare tra chi pratica running (corsa), calcio, basket, rugby, danza, atletica leggera, ovvero in tutti quegli sport che comportino spinte e salti tali da determinare un sovraccarico funzionale della fascia plantare

Qual’è la sintomatologia della fascite plantare?

E come eliminarla con la fisioterapia?

Quando un paziente soffre di fascite plantare il tessuto connettivo che forma la volta plantare si sfibra degenerando ed infiammandosi. Entrambe queste anomalie possono rendere piuttosto dolorose attività comuni come fare la spesa o le scale.

Il sintomo principale della fascite plantare è proprio il dolore, spesso più severo al risveglio e localizzato nella parte interna del tallone. Dopo questa prima fitta il dolore tende a diminuire piuttosto rapidamente per poi ricomparire dopo una lunga passeggiata o al termine della giornata (nei casi più gravi).

Nello sport il dolore insorge solitamente nelle fasi di riscaldamento iniziale per poi scomparire mano a mano che l’allenamento prosegue. In ambito sportivo sono particolarmente a rischio i corridori di fondo, i saltatori ed i giocatori di calcio.

Consigli utili e trattamenti fisioterapici per la fascite plantare

Quali sono i trattamenti e le accortezze da abbinare alla fisioterapia in caso di dolore alla fascia del piede?

  1. Rivolgersi al proprio medico di base o da uno specialista che possa indirizzarci sulla strada giusta da percorrere e possa diagnosticarci la fascite plantare. Il medico durante il suo esame obbiettivo valuterà: presenza di edemi, eritemi o irritazioni, punti dolenti, articolarità attiva e passiva, tono trofismo e forza muscolare, riflessi osteotendinei,sensibilità tattile, atteggiamento dei piedi durante il cammino e postura del paziente;
  2. Cambiare le “brutte abitudini”: individuare insieme ad un fisioterapista la causa scatenante e ridurre al minimo i fattori di rischio;
  3. Riposare dall’attività fisica o da eccessive sollecitazioni del legamento arcuato del piede;
  4. Applicare del ghiaccio nella zona dolente a cicli di dieci minuti l’uno, un paio di volte durante la giornata;
  5. Eseguire un auto massaggio della fascia del piede tramite una pallina da tennis o un bastone. L’auto massaggio dovrà essere svolto facendo pressione sulla pallina con la pianta del piede e facendola muovere avanti e indietro, inizialmente da seduti e successivamente da in piedi;
  6. Seguire i consigli del nostro fisioterapista e del medico di giorno in giorno, i quali potranno indirizzarci anche verso terapie strumentali, come Tecarterapia o Onde d’urto.
  7. Esecuzione di esercizi di stretching dolce della fascia plantare e del tendine d’Achille.
  8. Approccio farmaceutico volto ad alleviare i sintomi della fascite plantare tramite la somministrazione di farmaci anti-infiammatori non steroidei e corticosteroidi. Dolore alla pianta del piede

Tecarterapia per il piede

La Tecar (Trasferimento energetico capacitivo e resistivo) terapia è una terapia fisica utilizzata soprattutto per trattare traumi e infiammazioni, particolarmente efficace nell’eliminare dolore e infiammazione a carico di articolazioni e muscoli. Consiste nell’utilizzo di un condensatore che si applica alla zona interessata e che ha la funzione di trasferire energia biocompatibile ai tessuti danneggiati, inducendo delle correnti di spostamento.

La Tecarterapia è quindi in grado di accelerarne i naturali processi riparativi dell’organismo.

E’ molto importante sapere che la fascite plantare si cura con il riposo assoluto (dalle 6 settimane ai 4 mesi nei casi più gravi). L’errore commesso da molti pazienti è quello di riprendere l’attività sportiva prima della completa scomparsa della sintomatologia dolorosa.

Fisioterapia per dolore alla pianta del piede:

Esiste un metodo per prevenire questo disturbo?

Il dolore alla pianta del piede si può prevenire  adottando alcune precauzioni:

  • Indossando scarpe che assicurino l’ammortizzazione del tallone;
  • Non eccedendo con il chilometraggio settimanale (nel caso dei podisti);
  • Evitando di correre su asfalto;
  • Facendo stretching in modo costante soprattutto dopo l’attività fisica.

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Dott. Fabio Marino