FISIOTERAPIA PER LE VENE VARICOSE – Fabio Marino

di | Aprile 13, 2021

Come può esserci utile la fisioterapia per le vene varicose?

Quanto è utile la fisioterapia?

In questo articolo parleremo dell’utilità della fisioterapia per le vene varicose, ma cosa intendiamo per vene varicose?

Le vene varicose, sono un disturbo caratterizzato dalla dilatazione permanente delle vene – che appaiono tortuose e visibili a occhio nudo – associate ad alterazioni delle loro pareti. Le vene maggiormente colpite da questo disturbo sono quelle degli arti inferiori.

Quali sono le cause delle vene varicose?

Mentre le arterie portano il sangue dal cuore ai tessuti, il compito delle vene è quello di portare il sangue dai tessuti al cuore: le vene delle gambe, quindi, devono lavorare contro la forza di gravità per permettere al sangue di risalire verso il cuore. Per spingere il sangue verso l’alto ed evitare, allo stesso tempo, il suo rifluire verso il basso, è necessario che le pareti delle vene siano elastiche e che le valvole venose funzionino a dovere.

Quando questo meccanismo non è perfetto, le vene non sono in grado di far risalire il sangue verso il cuore e si creano dei ristagni di sangue nelle vene, provocando la comparsa delle vene varicose.

Tra i principali fattori di rischio troviamo:

  • Familiarità: la componente genetica svolge un ruolo determinante.
  • Sesso femminile
  • Vita sedentaria
  • Sovrappeso o obesità
  • Attività lavorative che inducono a stare in piedi per molte ore al giorno.
  • Età: con il passare degli anni le pareti delle vene tendono a diventare meno elastiche e le valvole tendono a indebolirsi.
  • Gravidanza: Durante la gravidanza la donna subisce una serie di cambiamenti. Purtroppo alcune donne incinte sviluppano le vene varicose. Questo accade da una parte perché il volume del sangue materno aumenta per supportare la crescita del feto, e dall’altro perché l’utero, soprattutto negli ultimi mesi di gestazione, esercita un’importante pressione sulle vene delle gambe. Si ritiene che anche i cambiamenti ormonali possano giocare un ruolo nella formazione delle vene varicose in questa fase della vita delle donna. Le varici che si sviluppano durante la gestazione migliorano generalmente senza trattamento medico entro il primo anno dopo il parto.

Quali sono i sintomi delle vene varicose?

Quando insorgono le varici, le vene appaiono blu o viola scuro e possono essere sporgenti. Le vene varicose possono provocare dei fastidi. Quando questo accade, i sintomi possono essere:

  • Una sensazione di indolenzimento o pesantezza alle gambe
  • Crampi notturni
  • Sensazione di bruciore alle gambe che può essere associata a gonfiore
  • Dolore che peggiora dopo essere stati seduti o in piedi per molto tempo
  • Prurito nella zona della varice.

Fisioterapia per le vene varicose: Come prevenire le vene varicose?

Nel caso delle vene varicose non esiste un metodo che prevenga completamente il loro insorgere. Alcuni comportamenti, possono però aiutare a migliorare la circolazione venosa e il tono muscolare, riducendo il rischio di andare incontro a questo tipo di situazione:

  • Svolgere abitualmente esercizio fisico
  • Evitare condizioni come sovrappeso e obesità
  • Consumare un alto contenuto di fibre ed evitare cibi troppo salati
  • Evitare l’eccessivo uso di tacchi alti
  • Cercare di non stare seduti o in piedi per troppe ore consecutive

Trattamento delle vene caricose

Le principali terapie che vengono applicate sono:

  • Calze elastiche
  • Terapia sclerosante
  • Laserterapia
  • Intervento chirurgico

Sebbene le singole vene varicose possano essere rimosse o eliminate mediante intervento chirurgico o terapia sclerosante, non si guarisce da questa patologia. Pertanto la terapia mira principalmente ad alleviare i sintomi, a migliorare l’aspetto e a prevenire le complicanze. I sintomi possono essere alleviati sollevando le gambe da una posizione distesa o utilizzando un poggiapiedi da seduti, ma ciò non previene la formazione di nuove vene varicose. Spesso, la maggior parte delle vene varicose che si presentano nel corso della gravidanza scompare nel corso delle 2 o 3 settimane successive al parto. Durante tale periodo non deve essere effettuato alcun trattamento.

Calze elastiche compressive per le vene varicose

Le calze elastiche comprimono le vene impedendo la loro distensione e la comparsa di dolore. I soggetti che non vogliono sottoporsi a chirurgia o a terapia sclerosante, o con patologie tali da controindicare questi trattamenti, possono propendere per l’impiego delle calze elastiche.

Fisioterapia per le vene varicose: un esempio di calze elastiche da donna e da uomo

Un’alternativa all’intervento è la terapia sclerosante, volta a chiudere le vene in modo tale che il sangue non possa più scorrere al loro interno. Tale procedura consiste nell’iniezione in vena di una soluzione, come sodio tetradecil solfato, al fine di irritarla e generare un coagulo di sangue. Tale procedura, in pratica, determina una tromboflebite superficiale innocua. La guarigione del coagulo di sangue determina la formazione di tessuto cicatriziale, che chiude la vena. Tuttavia, il coagulo ematico si può dissolvere invece di diventare tessuto cicatriziale; in tal caso, la vena varicosa si riapre. Inoltre spesso compaiono altre vene varicose.

Le tecniche attuali di scleroterapia richiedono particolari bendaggi che riducono le dimensioni del trombo, comprimendo la vena iniettata. Un coagulo più piccolo formerà, con più probabilità, il tessuto cicatriziale desiderato. Un ulteriore vantaggio di questa tecnica consiste nel fatto che l’adeguata compressione, elimina praticamente il dolore generalmente associato all’irritazione della vena causata dalla tecnica.

Sebbene richieda più tempo rispetto a un intervento chirurgico, la terapia sclerosante offre molti vantaggi:

  • Non è necessaria un’anestesia.
  • Eventuali nuove vene varicose possono essere trattate via via che si formano.
  • I soggetti possono svolgere le regolari attività quotidiane tra trattamenti.

Un’altra opzione disponibile per il trattamento delle vene varicose è la laserterapia. Tale terapia utilizza un fascio luminoso continuo, centrato e ad elevata intensità, con il quale i tessuti vengono sezionati o distrutti. Talora trova impiego quando il paziente desidera un miglioramento sul piano estetico.

L’intervento chirurgico per le vene varicose non è più utilizzato come trattamento di routine. Quando viene eseguito, l’intervento chirurgico mira a rimuovere la maggiore quantità possibile di vene varicose. I chirurghi, tuttavia, cercano di preservare la vena safena perché può essere utilizzata per procedure di bypass qualora compaia un’ostruzione nei vasi sanguigni cardiaci o in altri grossi vasi sanguigni dell’organismo.

Qualora la vena debba essere rimossa, si esegue un intervento noto come stripping. Il chirurgo esegue due incisioni, una in sede inguinale e una alla caviglia, aprendo la vena alle due estremità. Un filo metallico flessibile viene introdotto lungo tutta la vena e, in seguito, viene tirato via per rimuoverla.

Per rimuovere altre vene varicose, il chirurgo esegue incisioni in altre aree. Dato che, rispetto alle vene profonde, le vene superficiali svolgono un ruolo meno importante nel ritorno venoso al cuore, la loro rimozione non compromette la circolazione in caso di corretto funzionamento delle vene profonde.

L’asportazione delle vene varicose è una procedura lunga, pertanto il soggetto viene di norma sottoposto ad anestesia generale. Tale procedura allevia i sintomi e previene le complicanze, ma lascia cicatrici. Maggiore è l’estensione della procedura, più tempo passerà prima della formazione di nuove vene varicose. Ad ogni modo, l’asportazione delle vene varicose non elimina la tendenza a svilupparne di nuove. Dopo l’intervento si riterrà utile affrontale un percorso di fisioterapia per le vene varicose.

Fisioterapia per le vene varicose: Esercizi

Il primo accorgimento per prevenire e per alleviare le patologie venose delle gambe è dedicare al nostro corpo almeno una mezz’ora del nostro tempo, meglio ancora un’ora.

Alcuni movimenti ed esercizi mirati, infatti, aiutano la circolazione arteriosa e venosa, mentre altri, pur attivandola, favoriscono sbalzi di pressione e picchi di ipertensione, da evitare in coloro che sono affetti (anche in fase iniziale) da insufficienza venosa.

Ginnastica e attività sportiva aumentano la portata cardiaca e la circolazione sanguigna nel corpo: le vene rispondono dilatandosi e aumentando il tono venoso.
Quest’attività migliora l’ossigenazione dei tessuti perché tutti i capillari, anche i più piccoli, vengono attivati e messi in movimento.

Va sottolineata, però, l’importanza di non eccedere in esercizi prolungati per evitare che le vene delle gambe possano essere indotte ad una dilatazione eccessiva.

Qui di seguito elencherò alcuni esercizi utili nel momento in cui si decida di affrontare la fisioterapia per le vene varicose:

  • Esercizi per le vene varicose in posizione seduta
    Alzate i talloni e riappoggiateli a terra rapidamente. Ripetete 15 volte.
    Sorreggendovi al bordo posteriore della sedia, inclinate il busto indietro di qualche centimetro, contemporaneamente sollevate le gambe, portandole verso il petto. Ripetete 15 volte.
  • Esercizi per le vene varicose da fermi (in piedi)
    Ponetevi in posizione eretta, unite le gambe, appoggiate le mani sui fianchi e alzatevi in punta di piedi per qualche secondo.
    Scendete quindi a terra e sollevate le punte dei piedi restando appoggiati sui talloni per qualche secondo.
    Ripetere questa serie di esercizi fino ad un massimo di 10 volte.
  • Esercizi per le vene varicose in movimento (si consiglia in esterna)
    Ponete a terra una corda.
    Effettuate piccoli passi appoggiando il piede destro a sinistra della corda e il piede sinistro a destra della corda.
    L’esercizio è correttamente eseguito se riuscirete a mantenere il baricentro del vostro corpo sempre sopra la corda.
    Potete eseguire lo stesso esercizio anche camminando all’indietro.
    Se l’esercizio si rivela troppo difficoltoso, potrete semplificarlo lasciando sempre la corda a terra e camminandovi sopra, appoggiando i piedi uno davanti all’altro.

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Dott. Fabio Marino

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