Un problema comune a molti imprenditori del settore salute e benessere è la difficoltà ad avere un team di professionisti motivato che tiene a cuore non solo i propri interessi, ma anche i bisogni dell’azienda per la quale lavorano.
Uno dei miei obiettivi nella fase iniziale di una consulenza è analizzare a fondo come il titolare di centro si relaziona con i suoi collaboratori. Quello che emerge spesso è la difficoltà a coinvolgere le squadre nel progetto imprenditoriale al fine di tenerli motivativati e allineati agli obiettivi che l’azienda si è posta.
Dove nasce quindi il problema di un team poco motivato?
In un precedente articolo ho già affrontato la necessità di effettuare una accurata selezione prima ancora di iniziare il rapporto lavorativo. Dando per assodata la bontà della selezione iniziale, il personale nel tempo tende a perdere la motivazione per un motivo ben preciso che è la mancanza del senso di appartenenza al progetto imprenditoriale.
La responsabilità dunque ricade sul titolare che, il più delle volte vede i collaboratori come risorse da “utilizzare”, e non come risorse da includere nella vita aziendale condividendo progetti, vittorie o fallimenti.
Il vero segreto per mantenere il team allineato e motivato sta nel generare in loro un forte senso di appartenenza e legame a quella che è la missione per la quale l’azienda esiste e si batte ogni giorno.
La seconda domanda sorge spontanea ed è: come fare a generare questo senso di appartenenza?
La risposta è molto semplice quanto complessa da attuare ed è legata al dovere morale dell’imprenditore di considerare i collaboratori, prima come persone ed esseri umani, e solo in secondo luogo come professionisti con i quali lavorare.
Consiglio per il Leader di Team sanitario
Un consiglio che ho dato ai dirigenti dei miei centri, è di rispondere ogni giorno a due domande esistenziali necessarie per raggiungere l’obiettivo sopra menzionato.
Le due domande sono:
-Come puoi valorizzare ciascuno di loro preso come singolo individuo?
-E come puoi valorizzare tutto il gruppo inteso come squadra di essere umani che condivide passioni e obiettivi?
Ogni sera, chi vuole fare l’imprenditore dovrebbe sempre interrogarsi con queste due domande e capire se quel giorno ha fatto qualcosa per far sentire le persone che collaborano con lui, sempre più appartenenti alla realtà imprenditoriale.
Lo stile di vita frenetico dei giorni nostri, le pressioni che arrivano dall’esterno, la velocità con la quale cambia il mercato e altri fattori, fanno spesso cadere l’imprenditore in una sorta di cecità empatica ed emotiva che gli si riversa contro manifestandosi attraverso un team demotivato che, nei peggiori casi rema anche contro l’azienda per la quale lavora.
Valorizzare le persone riconoscendo la loro importanza prima come essere umani e solo in seguito come professionisti, è l’unica vera soluzione al problema.
Come fare allora a valorizzare le persone in quanto tali, sia come individui, sia come componenti di un gruppo?
La premessa è che bisogna volerlo. L’imprenditore deve sentirsi dentro la volontà e il bisogno di instaurare rapporti veri e profondi con persone che passano con lui la maggior parte della giornata.
Dopodichè bisogna dedicare loro il tempo. Per coltivare rapporti veri e sinceri serve tempo. Le persone richiedono attenzione. Ogni persona necessita attenzioni per crescere e per capire che si può fidare anche di chi gli dà delle regole da rispettare.
SCARICA QUI SOTTO LA PRESENTAZIONE PER APRIRE UN CENTRO MEDICO-FISIOTERAPICO-PERSONAL TRAINER IN FRANCHISING CON IL BRAND KINESIS SPORT:
Ci sono molti modi per dimostrare ad una persona che ci sta a cuore il rapporto che abbiamo con lei. Questi modi passando dalla creazione ad hoc di momenti formali e informali.
Sono momenti formali quelli di confronto in cui si parla di lavoro e che non possono ridursi alle quattro parole scambiate davanti alla macchinetta del caffè. Questo non è un confronto. Non c’è neanche il tempo di affrontare un discorso nella sua interezza. Il pensiero non è stimolato ad andare oltre quello che già conosce. Parlo di riunioni di gruppo, confronto face to face, analisi condivisa di casi studio ecc, momenti da celebrare dando loro il giusto peso.
A questi momenti si devono necessariamente aggiungere momenti informali, passati per esempio fuori dai luoghi di lavoro. Incontrare i collaboratori fuori dalle mura dell’azienda è un fattore determinante per consocere meglio le persone. Questo perchè, fisiologicamente, vengono abbassate le difese che i collaboratori indossano prima di varcare la porta di un centro. All’esterno vi è la possibilità di conoscere le persone per quello che sono realmente in quanto esseri umani con un carattere e tratti che possono anche essere diversi da quelli che si evidenziano sul luogo di lavoro.
Momenti informali possono essere i team building fatti con tutti i componenti, oppure ancora una gita fuori porta con tutti o con il singolo.
Anche premiare il singolo con un corso da fare insieme al titolare è la dimostrazione del fatto che quest’ultimo è in grado di valorizzare il rapporto umano.
La lista dei modi per valorizzare l’individuo e il gruppo può essere molto lunga e qui ho voluto citare solo i principali.
Il concetto che deve passare è che per avere un team motivato, prima di ricevere bisogna essere in grado di donare. Donare attenzioni, tempo ed energie.
Solo donando ci si potrà aspettare una graduale apertura dei collaboratori. Per far aprire una persona quest’ultima deve sentire di potersi fidare, e per costruire rapporti basati sulla fiducia serve tempo. Non ci sono scorciatoie o altri modi per farlo. Siamo prima di tutto esseri umani e funzioniamo bene così.
Dott.Fabio Marino
Founder Centri Kinesis Sport
Consulente per Aziende settore salute e benessere
Laureato in Economia della Start-up con master in amministrazione e finanza.
Laureato in Scienze motorie con master in posturologia.
Esperto in pianificazione aziendale e contabile, creazione e gestione di Team.
Autore dei libri “Realizza il tuo sogno” e “Il Viaggio: da professionista ad imprenditore il successo si pianifica alla scrivania”.
Blog personale: www.marinofabio.it
Potrebbe interessarti anche il seguente articolo: